Diritti

In Estonia gli abitanti di etnia estone costituiscono circa il 70% della popolazione totale. Gli immigrati di prima e di seconda generazione da varie zone dell'ex-Unione Sovietica (principalmente dalla Russia) costituiscono la maggioranza del restante 30%. Dopo l'indipendenza del Paese nel 1991, la cittadinanza non è stata automaticamente riconosciuta a tutti gli immigrati. Per ottenere la cittadinanza estone è stata resa obbligatoria le conoscenza della lingua e della storia estoni, con conseguenti gravi difficoltà per gli esaminati. Tale politica ha provocato gravi discriminazioni nei confronti dei non cittadini soprattutto in ambito lavorativo.

La parte russofona del popolo estone oggi viene chiamata " russi estoni ”. Il governo segue la politica provocatoria di forte odio e di intolleranza tra estoneofoni e russofoni. Il sistema giudiziario del paese è sviluppato poco – politici che provocano l’odio interculturale e che insultano le altre culture e gli altri popoli, non vengono perseguiti

Il monumento di Tallinn ai soldati sovietici caduti nella liberazione dell'Estonia dall'invasione nazista

Il popolo estone, in particolare gli estoni russofoni, speravano che l’ingresso dell’Estonia nell’Unione Europea avrebbe potuto risolvere i problemi delle ingiustizie e della violazioni dei diritti umani. In realtà, ciò non è avvenuto: gli estoni russofoni rimangono nello stato di segregazione sia a livello locale, sia regionale in Unione europea: la lungua russa non è rioconosciuta come ufficiale e i cittadini russofoni non hanno alcuna possibilità di accesso a media locali estoni o europei, tantomeno ad un effettivo accesso alla vita sociale, allo studio e al lavoro

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