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Spese militari
Lo Stato Islamico (ISIS) necessita di ingenti somme di denaro per sostenere il proprio sforzo bellico che raccoglie attraverso diversi metodi. Il primo fra tutti è la vendita di petrolio. Infatti, con la sua espansione, l'ISIS è riuscito ad impossessarsi di diversi pozzi petroliferi dai quali ricava la maggior parte dei suoi introiti. Tramite il contrabbando e la connivenza di alcuni paesi confinanti (gli analisti sospettano la complicità del Qatar), l'ISIS riesce a vendere sul mercato mondiale la sua produzione di petrolio greggio.
La vendita dell'oro nero non è tuttavia l'unica fonte di sostentamento del califfato (vedi nuovi conflitti in Iraq) che beneficia inoltre di donazioni da parte di sostenitori provenienti da tutto il mondo e ricorre anche a metodi violenti come la riscossione di riscatti per liberare i prigionieri (spesso civili stranieri) da loro catturati.
Documenti Agenzie ONU
UN COMTRADE (United Nations Commodity Trade Statistics Database) – Dati sulle importazioni di armi (ad uso militare e civile) e principali partner commerciali
Documenti di altre Organizzazioni
SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) pubblica ogni anno un rapporto su armi, disarmo e sicurezza internazionale. È il rapporto più autorevole in materia spesa militare (1988-2012). L'Istituto mette a disposizione il proprio database a copertura mondiale sulle spese militari per Paese.
Control Arms – Campagna internazionale per l’adozione presso le Nazioni Unite di un Trattato internazionale sul commercio delle armi (ATT), destinato a impedire i trasferimenti di armi che alimentano conflitti, povertà e gravi violazioni dei diritti umani.
Archivio disarmo Istituto di ricerca fondato nel 1982, che studia i problemi del controllo degli armamenti, della pace e della sicurezza internazionale.