Ambiente

Paludi abitate dai Ma’dan, al confine con l'Iran

Le Paludi della Mesopotamia, nel sud dell'Iraq, erano tra le aree umide più vaste del mondo. In origine coprivano una superficie compresa tra i 12.000 e i 15.000 chilometri quadrati. Oggi, queste aree umide sono a rischio; il progressivo prosciugamento ha messo in grave pericolo le risorse ambientali, territoriali e sociali di questa regione che ha dato orgine all'antica civiltà sumera e alla cultura dei Ma’dan (termine che indica genericamente gli abitanti della pianura), noti come "arabi delle paludi" che ancora oggi abitano questi territori dell’Iraq meridionale.

Il confronto tra le due carte rende evidente la trasformazione delle paludi della Mesopotamia da zone umide zone aride aride

L'opera di prosciugamento è iniziata con le prime bonifiche avviate negli anni cinquanta del Novecento; lo scopo era di rendere disponibili queste terre fertili per l'agricoltura e per le attività di estrazione del petrolio. Ma l'opera di prosciugamento dagli effetti più gravi è stata quella compiuta negli anni Ottanta e Novanta da Saddam Hussein; l'obiettivo dichiarato del suo intervento di bonifica era quello di sanare quel territorio rendendolo maggiormente adatto a certe attività umane e più salubre; in realtà il piano era molto più politico, mirato all'annientamento della popolazione Ma’dan, di religione musulmana sciita, avversaria del regime sunnita. Nel 2003, l'area paludosa occupava solo il 10% della superficie originale.

Nature Iraq 

Nature Iraq è un'organizzazione non governativa irachena fondata nel 2003 da Azzam Alwash con lo scopo di proteggere e ripristinare il patrimonio naturale del Paese, in particolare dell'area delle paludi della Mesopotamia.

Altra causa del prosciugamento della Mesopotamia meridionale è l'eccessivo sfruttamento della risorsa idrica a monte (per approfondimenti vedi acqua in Iraq). Le acque dei fiumi Tigri ed Eufrate provengono dalla Turchia (in particolare dai territori del Kurdistan turco) che ne ha valorizzato il potenziale attraverso un progetto di costruzione di 22 dighe (8 sul Tigri e 14 sull'Eufrate) dotate di centrale idroelettrica. Queste dighe sono quasi tutte funzionanti. Servono per coprire il fabbisogno elettrico ed idrico della Turchia (e si sta pensando di far arrivare l'acqua anche ad Israele). Siria ed Iraq raccolgono invece gli effetti negativi di questo prelevamento a monte compromettendo il loro stesso rifornimento in termini energetici ed agricoli (per approfondimenti leggi l'articolo Tigri ed Eufrate). La scarsità della risorsa idrica è una delle cause del conflitto in Medio Oriente (per approfondimenti vedi nuovi conflitti in Iraq).

Documenti Agenzie ONU

FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations/Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Agricoltura e l'Alimentazione) - Informazioni generali e profilo paese.

Documenti di altre Organizzazioni

Parks.it (il portale dei parchi italiani) - Parchi, riserve ed altre aree protette dell'Iraq.

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