Diritti

Dopo un secolo di monarchia assoluta, dal 1990 il Nepal è stato una monarchia costituzionale (fino al 2007 quando è diventato una repubblica federale democratica) e l'induismo religione di Stato. Se da un lato il paese ha beneficiato di progressi sociali ed economici e ha visto svilupparsi una società civile molto attiva, dall'altro le popolazioni delle zone rurali non hanno mai beneficiato di questi progressi. Le tensioni nate dal forte disequilibrio hanno aggravato la spaccatura del paese a livello di accesso alle risorse e ai servizi e di partecipazione ai processi decisionali. Nel 1996 i maoisti sono entrati in un conflitto armato con le forze di sicurezza dello Stato.

Il diritto di manifestare è spesso negato e gli arresti arbitrari sono in aumento

I dieci anni questo conflitto (1996-2006), quasi dimenticato, hanno causato oltre 13.000 morti e migliaia di orfani e di profughi. Il Nepal detiene un triste record di persone scomparse e di esecuzioni sommarie. Numerosi attivisti per i diritti umani, giornalisti e membri di partiti politici subiscono quotidiane minacce e sono privati della libertà dalle parti in conflitto.

 

Secondo il Rapporto 2010 di Amnesty International, gli impegni assunti dal Nepal con l'Accordo completo di pace del 2006 per l'affermazione dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali sono rimasti disattesi; le divisioni politiche e la proliferazione di gruppi armati hanno minacciato il processo di pace.

 

Il Nepal è un paese ricco di culture. Il 37% della popolazione è ufficialmente riconosciuto come appartenente a uno dei diversi popoli indigeni del Nepal. Ciò nonostante le misure concrete adottate dal governo per tutelare e sostenere le minoranze risultano essere molto limitate. Nel 2007, il parlamento del Nepal ha annunciato la decisione di firmare la legge delle Nazioni Unite sui popoli indigeni (Convenzione ILO 169).

 

Il permanere della divisione in caste, anche se legalmente abolite, ha degli effetti negativi sulla struttura sociale, profondamente gerarchica, ed elevata conflittualità tra le etnie e le caste. In particolare, nelle aree rurali più conservatrici, molti individui (soprattutto donne e bambini) sono privi del diritto alla proprietà della terra, quasi totalmente esclusi dal sistema scolastico e forme di istruzione pubblica e non possiedono un'identità civile e anagrafica. Inoltre, sono esclusi dall'assistenza sanitaria.

 

8 marzo 2011. Marcia di donne nepalesi

Le attuali condizioni dei Chepang o Praja sono di estrema miseria e arretratezza; a questo si aggiunge che in quanto popolazione di origine tribale, i Praja sono oggi considerati in Nepal come degli intoccabili

 

La Chiesa cattolica nepalese, assieme ad altre organizzazioni come la Caritas, ha promosso una serie di attività a favore della donna. Il Movimento femminile reclama la fine del traffico di donne nepalesi, vendute come “schiave” in India e Cina.

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