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Arte
La Valle di Kathmandu è il crocevia di antiche civiltà dell'Asia. Patrimonio dell'Umanità UNESCO, la Valle è stata presumibilmente abitata fin dal 300 a.C. Secondo la mitologia invece, e precisamente secondo lo Swayambhu Puran, questa splendida e suggestiva Valle un tempo era un vastissimo lago.
Sette sono le meraviglie artistiche che hanno reso famosa questa valle in tutto il mondo:
- piazza Durbar di Hanuman Dhoka (Kathmandu),
- Patan
- Bhaktapur
- la Stupa buddhista di Swayambhu e di Bauddhanath
- templi indù di Pashupati e Changu Narayan
Le prime testimonianze artistiche Nepalesi risalgono all'epoca dei Lichhavi (secoli IV-VI d.C.) ma la maggior parte delle vestigia della valle di Kathmandu risale al periodo Malla (secoli XIV-XVIII d.C.), ed i centri storici di Kathmandu, Patan e Bhaktapur sono buoni esempi della corrente artistica di quel periodo.
Generalmente le figure di stile Newari risultano flessuose, floreali e tondeggianti. Esse sono rigidamente codificate e trovano le loro lontane radici nello stile Gupta indiano.
Tra i prodotti artistici dell'artigianato nepalese si annoverano oggetti in ottone dorato ricoperti di piccole pietre di ceramica colorata (animali, scatole), statue di bronzo, tappeti tibetani con disegni simbolici, monili d'argento, pietre, quadri tibetani (tanka), borse, maglie colorate, maschere, burattini. E' possibile reperire ancora oggetti antichi di gran pregio.
I tanka sono pitture tibetane che raffigurano la vita del Buddha, divinità protettrici o Mandala
I paubha sono dipinti di origine Newari che narrano di tradizioni e di divinità della Valle di Kathmandu; sono meno conosciuti dei tanka, ma sono ugualmente straordinari. Venivano dipinti per esigenze spirituali: il pittore entrava in uno stato meditativo e coi pennelli rappresentava, secondo il rituale prestabilito, le divinità a cui si era rivolto in preghiera (guarda alcuni esempi di paubha)
La pagoda è uno degli elementi più caratteristici dell'architettura buddista dell'Asia orientale. La sua invenzione è tradizionalmente attribuita ad Araniko, un architetto di origine nepalese.