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Spese militari
1957. E' l'anno zero del nucleare in Iran. L'allora presidente degli USA Eisenhower decise di donare a Teheran, allora alleato, un piccolo reattore e anche l'uranio. Hanno fatto seguito lunghi anni di ricerche e di accordi fino al 2002 quando è stato scoperto il programma nucleare segreto degli ayatollah. E' un dissidente del MEK (People's Mujahedin of Iran) - un gruppo di resistenza iraniano che gli Usa considerano un'organizzazione terroristica - a diffondere le prove del programma segreto: la costruzione a Natanz di centrifughe per arricchire l'uranio e ad Arak di un reattore ad acqua.
Pahlavi e le spese militari
Sulla scena internazionale Reza Pahlavi cercò di accrescere il peso politico e militare dell’Iran presentandosi al mondo come un “monarca illuminato" attraverso una forte campagna di promozione personale, intessendo relazioni cordiali con i leader stranieri e attuando una politica di prestigio mirata a rievocare il glorioso passato di Teheran, che culminò nelle celebrazioni del 1971 per i 2500 anni della monarchia persiana, e con una politica di accrescimento delle spese per l’armamento dell’esercito, finanziati dalle ingenti rendite petrolifere.
Sul versante interno Reza Pahlavi accentrò il potere nelle mani della monarchia evidenziando il carattere dispotico del regime, esautorando il parlamento da alcune dalle proprie prerogative e servendosi della terribile polizia segreta SAVAK per tenere sotto controllo il Paese e reprimere brutalmente sul nascere ogni tipo di opposizione.
Il Trattato di non proliferazione nucleare (NPT; .pdf, in italiano) è in vigore dal 5 marzo 1970. Ad oggi, gli Stati che l’hanno ratificato sono 190 tra cui l’Iran che, essendone parte sin dagli esordi, è soggetto agli obblighi che da esso scaturiscono. La ratifica del trattato comporta tra gli altri due obblighi fondamentali:
- l’impegno del Paese a ricevere le visite degli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA)
- e a riportare all’IAEA stessa gli aspetti rilevanti del proprio programma di arricchimento dell’uranio.
Il governo di Teheran è risultato non conforme a tali clausole di salvaguardia incluse nell’NPT per un lungo periodo di tempo, quindi sono scattate sanzioni di diverso tipo sia bilateralmente, tra gli Stati, che multilateralmente a livello di organizzazioni internazionali di cui il regime di Teheran è parte.
I dialoghi svolti a Vienna fra l’Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza che il Trattato riconosce come legittimamente intitolati a possedere l’arma atomica (Cina, USA, Russia, Francia e Regno Unito), più la Germania e l’Unione europea (Ue), il 14 luglio 2015 approdano ad un accordo per chiarire gli impieghi passati e presenti del programma nucleare iraniano e sottoporre a delle missioni di verifica degli ispettori dell’IAEA i siti ove sono in svolgimento attività di arricchimento dell’uranio per qualunque finalità questo avvenga.
In cambio di tale impegno, il Regime degli Ayatollah (vedi democrazia, dittature) vedrà sospendersi tutte le sanzioni che negli anni si sono stratificate e che hanno colpito l’inerme popolazione civile nonostante gli obiettivi escludano tale eventualità.
Le reazioni allo storico accordo di Vienna sono altalenanti e spaziano tra l'entusiasmo dei giovani iraniani (vedi società civile) e il timore di alcuni Paesi dell’area mediorientale che vedono cambiare uno status quo ormai stabile da anni. Le cose cambiano sia a livello economico che militare:
- il riversarsi in maniera illimitata dell’ "oro nero persiano" nel mercato mondiale provocherà un aumento dell'offerta e ridurrà ulteriormente il costo del greggio, in questo periodo già basso (ultimi mesi del 2015), danneggiando gli altri produttori;
- l’apertura al commercio mondiale dell’Iran viene visto favorevolmente sia dalla popolazione di Teheran che dalla comunità internazionale per la possibilità di aumentare il volume degli affari;
- la sospensione delle sanzioni preoccupa alcuni Paesi dell’area mediorientale per la potenziale minaccia che rappresenterebbe la ripresa del programma nucleare iraniano qualora eccedesse gli scopi civili dichiarati per sfociare nel tanto temuto settore militare.
Tentando di rendere accettabile agli occhi dell’opinione pubblica americana l’accordo con l'Iran, storico nemico sul nucleare, l'amministrazione Obama ha riservato all'argomento una sezione del sito della Casa Bianca dove vengono spiegati i termini e le potenzialità dell'accordo.