Realta economica

Il governo rivoluzionario, a partire dal 1959, nazionalizzò circa il 90% delle industrie e circa il 70% delle aziende agricole. In precedenza circa il 16% delle terre era di proprietà privata, il rimanente apparteneva a grandi multinazionali americane (leggi in particolare le pagine 4-5)

La canna da zucchero e il tabacco sono tra le principali produzioni cubane. La canna da zucchero e i prodotti derivati hanno un "sapore" economico molto amaro: il prezzo più alto è pagato dai produttori

Tra i diversi settori economici, un posto di rilievo è occupato dall’industria tessile (tessuti e filati di cotone) e dell’abbigliamento; anche l'industria alimentare, la manifattura del tabacco e la raffinazione del petrolio hanno una notevole importanza

Pochi mesi dopo il trionfo della Rivoluzione Cubana (1959), gli Stati Uniti rompono le relazioni diplomatiche con il paese caraibico ed iniziano ad applicare un embargo economico che nel giro di poco tempo diverrà un blocco totale. Il blocco commerciale contro Cuba è un atto illegittimo e contro il diritto internazionale. Condannato per ben 17 volte di seguito da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con il voto favorevole di tutti gli Stati del mondo, tranne Usa, Israele e qualche isoletta nota come paradiso fiscale. Un blocco che ha significato per Cuba e il suo popolo costi economici, politici e sociali altissimi. Attualmente, grande fiducia è riposta nelle decisioni del governo Obama

Il Paese è, insieme al Venezuela, il promotore dell’ALBA (di recente Alleanza bolivariana per le Americhe, conosciuta come Alternativa bolivariana per le Americhe) nata nel 2004. È un progetto di integrazione e cooperazione politica, economica e sociale tra i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi nato come risposta alternativa all’ALCA (l’Area di libero commercio delle Americhe) appoggiata dagli Stati Uniti. Gli altri Stati aderenti all’ALBA sono: Venezuela, Bolivia, Honduras, Ecuador, St. Vincent e Grenadine, Antigua e Barbuda

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