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Guerra al terrore
Un'inchiesta sul ruolo svolto da funzionari canadesi nei casi di tre cittadini canadesi, Abdullah Almalki, Ahmed El-Maati e Muayyed Nureddin, imprigionati e torturati all'estero è stata viziata da eccessiva segretezza.
A febbraio la Corte Suprema canadese ha stabilito che il sistema dei "certificati di sicurezza" di immigrazione, utilizzato dal governo federale per detenere ed espellere persone nate in altri paesi e sospettate di reati di terrorismo, violava la Carta dei diritti (Charter of Rights) perché consentiva alle autorità si basare i propri provvedimenti su prove in gran parte tenute segrete impedendo alle persone di organizzare una difesa effettiva. Il progetto di legge che prevedeva la creazione di uno patrocinatore speciale non aveva risolto questo problema.
A febbraio il parlamento ha votato per consentire la decadenza delle controverse misure previste dall'Anti-Terrorism Act. A ottobre il governo ha presentato un progetto di legge che reintrodurrebbe disposizioni che consentono l'arresto preventivo e udienze investigative. A fine anno la legge era ancora in attesa di approvazione da parte del parlamento.
A novembre la Corte Federale ha rigettato una richiesta da parte del governo di respingere un'azione legale promossa da Amnesty International e dalla British Columbia Civil Liberties Association per opporsi alla prassi del trasferimento dei detenuti sul campo di battaglia in Afghanistan sotto custodia afghana, ove sono soggetti a serio rischio di tortura.
Il governo canadese ha rifiutato di intervenire a favore di Omar Khadr, detenuto dalle forze statunitensi in Afghanistan quando aveva 15 anni e trattenuto da oltre cinque anni a Guantánamo Bay, Cuba.
