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Profughi/Rifugiati
L'immigrazione dalle coste libiche e tunisine in Italia è un fenomeno che dura da decenni. Data la vicinanza e la conformazione della penisola italiana il nostro paese è la meta più vicina per gli immigrati provenienti dalla Libia e, più in generale, dall'Africa sub-sahariana che vogliono entrare in Europa.
Per limitare l'afflusso di immigrati clandestini verso Lampedusa, il 30 agosto 2008 l'allora primo ministro Silvio Berlusconi si è recato a Bengasi per stipulare con il governo locale il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione, il quale prevedeva accordi economici e veniva dichiarato l'impegno reciproco a pattugliare le coste libiche al fine di intercettare le imbarcazioni clandestine.
A sud di Lampedusa
È il titolo del libro inchiesta di Stefano Liberti, pubblicato nel 2011, diventato anche un documentario per la regia di Andrea Segre. Raccoglie cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti.
Tra il 2008 e il 2010, il leader della Jamahiriya Gheddafi si è recato a Roma ben due volte per stipulare nuovi accordi con il governo italiano.
Nel 2011, dopo l'avvio delle operazioni militari NATO contro il regime libico (per approfondimenti, vedi Nuovi conflitti e Guerre dimenticate), Gheddafi ha abbandonato la politica di controllo delle coste e con lo scoppio del conflitto gli immigrati sono tornati a sbarcare a Lampedusa in maniera ancor più intensiva. I ospravvissuti alla traversata hanno raccontato le brutalità a cui erano stati sottoposti in Libia durante il governo del Rais, e quelli che continuano ad arrivare testimoniano che la situazione non è cambiata nemmeno nel post-Gheddafi.
Sebbene il governo della Libia agisca in grave contrasto con il diritto internazionale per ciò che concerne il rispetto dei diritti dei rifugiati, nemmeno il governo italiano è esente da condanne, come testimonia l'intervista al pescatore Salvo Lupo e la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sul famigerato caso Hirsi et altri contro Italia.
Documenti Agenzie ONU
UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees / Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) - Notizie relative alla situazione dei profughi e dei rifugiati,dati, presenza ed attività dell'organizzazione in Libia. E' da sottolineare il fatto che la Libia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati del 1951 e non dispone di un sistema nazionale d’asilo efficiente. Secondo l'UNHCR vi sarebbero più di 140.000 persone in fuga dalla Libia verso l'Egitto e la Tunisia.
Appello dell'ECRE (European council on refugees and exiles / Consiglio europeo per i rifugiati e per gli esuli): L’Unione Europea non deve giocare un ruolo politico cinico proteggendo i propri confini piuttosto che le persone. La domanda che viene posta è se verranno assistiti coloro che fuggono dalla violenza e dall’instabilità in Libia, o se invece saranno chiuse le frontiere e si guarderà la gente morire.
Documenti di altre Organizzazioni
Il Tavolo Nazionale Asilo riunisce varie associazioni ed enti italiani (Acli, Arci, Asgi, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIR, Comunità S. Egidio, Fcei, Senza Confini) impegnati nella tutela dei diritti fondamentali delle persone, nella difesa del diritto all'asilo e dei rifugiati. In un comunicato del 25 febbraio 2011 si afferma che è necessario "Sostenere la transizione democratica nel Mediterraneo, accogliere e proteggere i rifugiati".
Human Rights Watch - Nel 2009, l'organizzazione riesce ad ottenere un'intervista con il generale di brigata Mohamed Bashir Al Shabbani, direttore dell’ufficio immigrazione, il quale dichiarò che “non ci sono rifugiati in Libia. Ci sono individui che si intrufolano illegalmente nel Paese e non possono essere descritti come rifugiati. Chiunque entri nel Paese senza documenti e permessi formali viene arrestato” (vedi il rapporto "Scacciati e Schiacciati").