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Case
La popolazione algerina abita prevalentemente nei villaggi il cui aspetto varia man mano che dalla costa ci si sposta verso l'interno.
Lungo la fascia costiera prevale il villaggio di case basse in pietra, con gli ambienti affiancati uno all'altro e il tetto a due spioventi. Molto diffusa, specie nelle regioni interne del Maghreb, è la casa con tetto a terrazza o a botte (per la raccolta dell'acqua piovana); essa è sempre unita ad altre abitazioni in modo da essere parte di un piccolo e compatto quartiere.
Tuttavia l'originaria forma berbera d'insediamento è il gurbī che raccoglie due o più nuclei familiari, ha una pianta in genere circolare, con un vasto spiazzo chiuso da scarpate e dalle abitazioni; i muri sono in pietra non cementata con ampi tetti di stoppe.
Lungo il bordo delle oasi abbiamo poi il tipico insediamento di case basse con uno o due vani e la cucina rivolta verso il cortile interno mentre, lungo le piste carovaniere sono immancabili le dimore dei gruppi nomadi: tende, solitamente doppie, di lana grezza o fibre vegetali
L'architettura tradizionale è ancora presente all'interno delle oasi nelle quali si trovano giardini, case e la piazza principale, detta "djemaa". El Oued ne è un'esempio straordinario; è detta la "città dalle mille cupole", per i tetti delle case che hanno questa particolare forma
La valle dello M’Zab, di cui Ghardaia è il capoluogo, è la valle amata da Le Corbusier e patrimonio mondiale dall’Unesco dal 1982. La struttura delle sue cittadelle fortificate, chiamate Pentapoli, protette da mura di cinta e torri di guardia, ha affascinato urbanisti e architetti di tutto il mondo. Costruite in legno di palma, pietra, gesso, calce e sabbia, ognuna ha la propria moschea e il suo minareto.