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Democrazia, dittature
Il Mali venne proclamato colonia francese nel 1904. La Francia impose la propria politica coloniale di assimilazione che diventò un ostacolo alla formazione di una classe dirigente locale.
Il Paese intraprese la strada dell’autonomia nel 1958 diventando parte della Comunità franco-africana. Nel 1959 sperimentò la fallimentare federazione con il Senegal e raggiunse definitivamente l’indipendenza nel 1960.
I problemi economici che accompagnarono l’indipendenza portarono la Repubblica del Mali a chiedere l’aiuto dell’ex potenza coloniale nel 1967. Facendo ciò, ai disagi economici si aggiunse una grave crisi politica che degenerò in un colpo di Stato militare. Il potere venne assunto dal colonnello Moussa Traorè che strinse il Mali in una dittatura dal 1968 al 1991, nonostante l'opposizione lottasse per la crescita democratica e lo sviluppo economico.
Nel marzo 1991, le manifestazioni pacifiche organizzate nella capitale Bamako vennero represse violentemente dalla polizia del dittatore; ma un nuovo golpe militare lo depose. Il potere venne preso da Amadou Toumani Touré che avviò la stesura di una nuova costituzione, più democratica e aperta al multipartitismo. In seguito Touré vinse le elezioni nel 2002 e nel 2007 (per approfondire vedi la scheda sulla storia del Paese).
All'inizio del 2012, le proteste si susseguirono per settimane. Veniva contestata l'azione nella regione del Azawad (nel nord del Paese) composta dal Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad (in prevalenza tuareg) e da fazioni jihadiste. Il 22 marzo 2012, un colpo di Stato - guidato dal generale Amadou Sanogo - rimosse il Governo democraticamente eletto di Touré.
Nell'aprile 2012, il Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad (MNLA) dichiarava l’indipendenza della regione settentrionale del Mali, ma meno di due mesi dopo i gruppi jihadisti sostituirono il MNLA al potere tentando di imporre un regime basato su una visione della sharia che prevedeva punizioni corporali come le frustate o il taglio delle mani, obbligando inoltre le donne a indossare il velo e separando i ragazzi dalle ragazze nelle scuole.