Unicef: 100mila bambini soldato già reintegrati, l'Italia appoggia il Nypaw

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Due giovani ex bambini soldato sono stati protagonisti dell'Incontro internazionale "Bambini e giovani colpiti dai conflitti armati: ascoltare, capire, agire", tenutosi oggi a Roma presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio e promosso da Ministero degli Affari Esteri e Comune di Roma, in collaborazione con l'Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per i Bambini e i Conflitti Armati, UNICEF, Save the Children, il Dipartimento delle Nazioni Unite per le operazioni di peacekeeping (DPKO) e il Network of Young People Affected by War (NYPAW).

Grace Akallo, originaria dell'Uganda, e Kon Kelei, originario del Sudan, hanno raccontato in prima persona la loro esperienza di bambini soldato e hanno parlato della rete di ex bambini soldato di cui sono co-fondatori, il Network of Young People Affected by War (NYPAW). "Il NYPAW è qui oggi per testimoniare e raccontarvi la sofferenza di questi bambini e giovani, rapiti e non, innocenti vittime che meritano di ricevere protezione e amore per poter recuperare la speranza nel futuro. Nessun bambino, e ripeto. Nessun bambino merita questo tipo di sofferenza" - ha raccontato l'ex bambina soldato Grace Akallo.

Sono oltre 100mila i minori soldato che dal 1998 sono stati smobilitati e reintegrati, ma si stima che ancora oggi circa 250mila minori al mondo vengano impiegati come soldato, portatori, aiutanti o schiavi sessuali mentre più di un miliardo di bambini vivono in paesi o territori lacerati da conflitti armati - circa un sesto della popolazione mondiale totale.

"Dobbiamo far conoscere al mondo le storie di questi bambini e dobbiamo intraprendere efficaci misure protettive, legali e politiche per assicurare che al più alto numero possibile di bambini vengano risparmiate le brutalità del conflitto. Una azione collettiva da parte nostra fa e farà la differenza, se anche solo ci proviamo" - ha dichiarato Radhika Coomaraswamy, Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per i bambini e i conflitti armati. "Le azioni di advocacy devono essere supportate da azioni concrete. I perpetratori di gravi violazioni dei diritti dei bambini devono renderne conto. Bisogna mettere fine all'impunità" - ha aggiunto.

"Oggi siamo testimoni dei racconti di giovani coraggiosi che hanno dovuto affrontare le pesanti conseguenze di una guerra. Hanno trasformato la tragedia in vittoria e la loro testimonianza mostra chiaramente quanto sia importante il ruolo dei bambini e dei giovani negli sforzi per la riconciliazione e la pacificazione. Devono essere presi impegni a lungo termine per guidare e sostenere i giovani nella ricerca di soluzioni realistiche e sostenibili. Tutto ciò ha bisogno della nostra attenzione immediata. Non possiamo trascurare la loro richiesta di aiuto" - ha detto Marta Santos Pais, Direttore del Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF, nominata Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla Violenza sui Bambini.

Il Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini ha affermato che "l'Italia persegue da anni l'opera instancabile di protezione e assistenza in tutto il mondo dei bambini e delle bambine vittime dei conflitti armati e ha appoggiato lo scorso novembre all'ONU il lancio del NYPAW e che sosterrà, insieme alle Nazioni Unite, all'UNICEF e alle Ong impegnate nel settore, l'importante percorso che il Network sta affrontando".

Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha ribadito la convinzione che "affrontare il problema a livello mondiale ha dei riflessi immediati anche sul nostro tessuto sociale"- "Per questo - ha aggiunto - il Comune di Roma finanzia quest'anno alcuni progetti di cooperazione decentrata, mirati anche a favorire il reinserimento dei bambini-soldato nella società civile, per esempio nella provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo".

Fonte: Unicef Italia

 

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