Le api di Morgan Freeman

Stampa

Potrebbe essere il titolo del suo ultimo film. Attore che vanta una filmografia di tutto rispetto, associato spesso a Nelson Mandela non solo per l’interpretazione della sua biografia in Invictus ma anche per la somiglianza con il leader sudafricano per il quale più di una volta è stato scambiato, Morgan Freeman non smette di sorprendere. Questa volta però non parliamo di un nuovo ruolo da interpretare ma di quello che, non solo per gli ambientalisti, appare come il coronamento di una grande carriera, che ha meno a che fare con il cinema e più con la vita.

La sua avventura di apicoltore ha inizio nel 2014 con circa 26 arnie e con la costante attenzione a preservare e piantare piante utili per la corretta riproduzione e per la stessa sopravvivenza delle api. Con il passare degli anni però questa passione si è ritagliata uno spazio sempre più ampio, tanto che all’inizio dello scorso anno l’attore ha convertito il suo ranch in Mississippi (oltre 50 ettari) in un vero e proprio santuario per le api. Un’iniziativa che non è nata dall’esigenza di produrre miele, ma da una presa di coscienza dell’importanza fondamentale di questi insetti evoluti la cui presenza o assenza è destinata a determinare il futuro del nostro Pianeta.

Sappiamo bene, ma non ce ne ricordiamo mai abbastanza, quanto le api siano a rischio, al punto tale che la scienza sta lavorando a soluzioni alternative che vanno dalle api robotizzate di cui via abbiamo in passato parlato a nuove frontiere dell’apicoltura indoor. Tutte idee che nascono – più o meno discutibilmente - per supplire alla moria di massa che pesticidi e inquinamento causano tra la popolazione di queste preziose e operose impollinatrici, a volte anche a causa di azioni non proprio trasparenti, come ci racconta un recente rapporto di Friends of the Earth che chiama in causa ancora una volta, guarda un po’, colossi come Bayer e Monsanto.

Quella di Freeman diventa una scelta particolarmente significativa, non recentissima ma ancora in voga, che si inserisce nel solco aperto da altre star del cinema o dello spettacolo che si spendono per l’ambiente o i diritti umani. Il gesto di una singola persona, indipendentemente dal tipo di vita che conduce o da quanto famosa sia, può contribuire a ostacolare l’ingordigia cieca e per nulla lungimirante di molte multinazionali (e a volte anche di istituzioni conniventi). Pur rimanendo ovviamente difficile misurare nel breve periodo l’impatto che un’azione di questo tipo ha sull’ecosistema, rimane comunque una assunzione di responsabilità che fornisce l’occasione di riflettere sull’importanza di tutelare la biodiversità e le creature più fragili. E’ un compito quotidiano che molti movimenti ambientalisti perseguono con sforzi sovrumani di fund raising, comunicazione, ricerca. E’ anche un compito che improvvisamente, se condiviso dalla persona giusta (Freeman non è l’unica celebrità a dedicarsi alle api!) o se richiamato su qualche social di tendenza, diventa di per sé una notizia interessante, rilanciata, che suscita curiosità e che può diventare virale e diffondere buone prassi.

Non tutti abbiamo 50 ettari di terreno, è vero, anzi probabilmente la maggior parte di noi non ha nemmeno un giardino. Ma se abbiamo anche solo un piccolo balcone o una finestra, posare sulla fioriera una pianta amica delle api può costruire un tassello di differenza – e le scelte colorate e profumate non mancano, basta consultare ad esempio le liste che propongono Greenpeace o Life Gate. In vista della primavera alle porte può essere un modo per dare anche noi il nostro piccolo personale contributo: dai centri urbani alle oasi rurali tutti possiamo fare quel che è nelle nostre possibilità per preservare spazi di quell’ecosistema che, spesso, ci permette di vivere meglio di quanto meriteremmo.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

Ultime notizie

La Francia in crisi: una potenza nucleare davanti a un'incognita

13 Ottobre 2025
Il nuovo incarico per tentare il varo di un nuovo esecutivo. (Maurizio Sacchi)

Siria, prime elezioni dopo la caduta di Assad

12 Ottobre 2025
Nelle prime elezioni parlamentari indirette, il volto del nuovo potere preoccupa le minoranze con l’incognita Israele. (Alessandro De Pacale)

Melma fa rima con stella

11 Ottobre 2025
Il progetto "L’ovale storto" racconta le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini)

Il Punto - La pace firmata e quella reale

10 Ottobre 2025
Le tensioni fra potenze grandi e regionali crescono, anche dove ci dovrebbero essere alleanze (Raffaele Crocco)

Cingalesi a rischio pauperismo

09 Ottobre 2025
Tra le cause principali la crisi economica del 2022, l'aumento dell'inflazione, la disoccupazione e gli interessi insostenibili. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad