Lav: 'Zoomafia', giro d'affari per 3 miliardi di euro

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Sofisticazioni alimentari, pesca illegale, traffici di animali e di fauna esotica protetta, corse clandestine di cavalli: un giro d'affari che nel 2007 si è aggirato intorno ai 3 miliardi di euro. E' quanto emerge dal "Rapporto Zoomafia 2008" pubblicato dalla Lega anti vivisezione (Lav) nei giorni scorsi.

Grande preoccupazione soprattutto per il fenomeno della cosiddetta "Cupola del bestiame" e dei reati ad essa connessi, che vanno dalle truffe ai danni dell’Erario, dell’UE e dello Stato, al traffico illegale di medicinali, dal furto di animali da allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari, fino ali gravissimo reato di diffusione di malattie infettive, attraverso la commercializzazione di carni e derivati, provenienti da animali malati. "Un business con un fatturato annuo di almeno 400 milioni di euro, che in alcune regioni gestisce un vero e proprio mercato parallelo di carni e prodotti derivati da animali con la complicità di venditori disonesti e veterinari collusi" - riporta la Lav. Solo nel 2007 sono stati circa 20 i veterinari denunciati e 11 quelli arrestati nel corso di varie inchieste. Parallelo ma contiguo al mercato clandestino di carne, il fenomeno dell’abigeato, il furto di animali da allevamento, che in due anni ha interessato circa 200mila animali.

Altro settore di interesse della "Cupola" è quello delle sofisticazioni alimentari. Dalle mozzarelle ottenute con cagliate importate dall’estero alle fiorentine di falsa chianina, dai suini infetti alle pecore alla diossina al latte contaminato, ai falsi prosciutti di Parma, agli animali trattati con anabolizzanti e antibiotici. Macellavano animali ammalati di brucellosi, ovini e caprini soprattutto, falsificando i documenti di rintracciabilità degli animali: era questa una delle attività dei componenti la cosca Iamonte di Melito Porto Salvo. Tra i beni sequestrati al clan Labate di Reggio Calabria, invece, compaiono salumerie, macellerie, ingrossi di distribuzione di prodotti lattiero caseari. Altri aspetti riguardano gli interessi che la criminalità organizzata manifesta nel ciclo di produzione della mozzarella di bufala, sul quale si impernia un sistema economico di rilevante valore. Si tratta di un fenomeno che vede l’interesse di clan camorristici, tra i quali il più tristemente noto clan dei Casalesi, che tenta il controllo di tutta la filiera.

Anche per il 2007 le corse clandestine di cavalli e le infiltrazioni criminali nel settore dell’ippica si confermano i campi in cui la criminalità organizzata sembra concentrare sempre più il suo interesse: un "settore", quello delle corse, che da solo produce un business stimato in circa 1 miliardo di euro. Come dimostrato da recenti inchieste, nelle corse clandestine e nelle illegalità legate al mondo dell’ippica in genere, sono coinvolti clan di spessore criminale di primo livello, come i Casalesi, i Labate, i Santapaolo, il clan mafioso del rione Giostra di Messina, i Nuvoletta, il clan Spartà della provincia di Messina, i Parisi, i Capriati e gli Strisciuglio di Bari, i Ferrera di Catania.

Assume sempre più i connotati dell’attività criminale organizzata il fenomeno del bracconaggio, che coinvolge non solo i bracconieri ma anche trafficanti di armi modificate, coloro che affittano postazioni di caccia e coloro che commerciano gli animali, sia animali vivi (nei mercati abusivi di fauna selvatica, come quello di Ballarò a Palermo e di Via Brecce a Sant’Erasmo di Napoli, dove ogni settimana sono venduti centinaia di uccelli per un introito per mercato di circa 250.000 euro l’anno) che morti (la vendita di animali imbalsamati e il traffico di fauna per l’alimentazione umana, muovono un giro d’affari di circa 5 milioni di euro).

Molto fiorente il traffico illecito di fauna esotica protetta, che interessa circa un terzo di quello legale, con un business quantificabile in circa 500 milioni di euro l’anno: avorio, pappagalli, tartarughe, ma anche caviale e farmaci cinesi contenti sostanze derivanti da animali protetti. Scimmie, gazzelle e altri animali morti, talvolta già in avanzato stato di decomposizione. Questo è quel che è saltato fuori da bagagli intercettati dalla Guardia di Finanza alla dogana dell’aeroporto di Fiumicino appartenenti a immigrati provenienti soprattutto da paesi come Nigeria, Cina, Pakistan, Eritrea ed Etiopia. Nuove minacce alle specie rare provenienti dai traffici illeciti via internet che hanno conosciuto una rapida crescita negli ultimi anni.

Cresce il traffico di cani importati dai Paesi dell’Est: circa 500 mila cuccioli importati illegalmente ogni anno in Italia. Stabile ma sempre allarmante il business legato alla gestione di canili "lager" (strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e strutturale) e il business sui randagi che garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili.

La pesca illegale muove un giro di affari annuo di circa 300 milioni di euro attraverso il traffico di datteri di mare, o di ricci, destinato al mercato clandestino di ristoratori compiacenti, all’uso delle "spadare" (reti lunghe anche 20 chilometri, al bando dal 2002, che fanno strage di pescespada e di specie protette come delfini, tartarughe, capodogli): nel 2007 sono state sequestrate più di 800 chilometri di reti spadare (pari alla distanza tra Milano e Napoli). Senza sosta la "guerra" che si combatte nella laguna veneta tra "caparozzolanti" (pescatori di vongole) e forze dell’ordine, si tratta di un giro d’affari che frutta a una sola barca circa 500 euro a notte.

"Nel corso degli anni gli scenari e i traffici criminali a danno degli animali si sono trasformati, ma resta alta la pericolosità sociale dei fenomeno zoomafioso - sostiene il dottor Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto. Del resto, la criminalità organizzata è un fenomeno totalitario e come tale tenta di monopolizzare e controllare qualsiasi condotta umana attraverso il controllo del territorio, dei traffici legati all’ambiente e agli animali. Tutto ciò rappresenta un serio problema di legalità che contribuisce ad alimentare nei cittadini il 'sentimento di insicurezza', già fortemente presente per altre cause. Per questo - conclude Troiano - sono necessari l’attenzione, il contrasto e l’intensificazione delle attività investigative di tutti gli organi di Polizia".

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