Italia: maglia nera nell'Ocse per aiuti pubblici contro la povertà nel mondo

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L’Italia sprofonda al penultimo posto della classifica dell'Ocse degli "Aiuti pubblici allo sviluppo" (APS/ODA) destinati alla lotta contro la povertà dei paesi del Sud del mondo. Già in calo nel 2008, nel 2009 il Governo italiano ha fatto registrare un record negativo con aiuti bilaterali pari a 3,3 miliardi di dollari, con 1,5 miliardi di dollari in meno rispetto all’anno precedente. Rapportando i fondi per gli Aiuti pubblici italiani al Pil nazionale (grafico ODA-GNI), l'Italia passa da un misero 0,22% nel 2008 a un vergognoso 0,16% nel 2009.

Il calo della quota dell'Italia è uno dei più alti (meno 31,1%) ed è dovuto ad un effettivo calo complessivo dei fondi per gli aiuti oltre che alla riduzione della cancellazione del debito. Peggio dell'Italia c’è soltanto la Corea del Sud - che però è membro effettivo del DAC solo dal gennaio 2010 - che riserva soltanto lo 0,10% del proprio Pil alla lotta contro la povertà.

“Tra i paesi dell’Occidente, l’Italia veste la maglia nera. Nessun altro fa registrare un livello così basso di aiuti” - ha commentato la portavoce di Oxfam e Ucodep, Farida Bena (testo in .pdf) “La somma necessaria per tenere fede agli impegni presi dal nostro governo non è poi così alta. Basti pensare che le nostre spese militari sono circa 10 volte maggiori rispetto all’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e che, per acquistare vino, spendiamo ancora di più: 13,2 miliardi di euro solo nel 2009. Le previsioni per il 2010 non lasciano sperare in un miglioramento, a meno che l’Italia non recuperi subito il terreno perduto con un piano di riallineamento vincolante”.

A livello mondiale - riporta il comunicato del Development Assistance Committee (DAC) dell'OCSE - nel 2009 gli Aiuti pubblici (APS/ODA) sono aumentati da 122 a 123 miliardi di dollari con un incremento dello 0,7%. Tenendo però conto dell’inflazione, c’è stata una riduzione in termini reali di 3,5 miliardi di dollari. Nonostante questo l'OCSE sottolinea che nel 2009 diversi stati hanno accresciuto la loro quota effettiva di Aiuti allo sviluppo: tra questi soprattutto la Francia (+16.9%), il Regno Unito (+14.6%), la Finlandia (+13.1%), il Belgio (+11.5%), la Svezia (+7.4%), la Danimarca (+4.2%) e il Lussemburgo (+1.9%), ma anche gli Stati Uniti (+5,4%).

Cinque paesi europei hanno già raggiunto l’obiettivo di destinare lo 0,7% del Pil in aiuti allo sviluppo fissato dall’Assemblea generale dell’Onu già quaranta anni fa: si tratta di Svezia, Norvegia, Danimarca, Lussemburgo e Olanda. E vari stati si apprestano a raggiungere questo obiettivo e tra questi importanti nazioni come il Regno Unito (adesso allo 0.60% del Pil), la Finlandia (a quota 0.56%), ma anche l'Irlanda (a quota 0.52%) e la Spagna (allo 0.51%).

A seguire l’Italia nella lista nera ci sono nell'ultimo anno l’Irlanda, con una riduzione del 18,9%, la Germania (-12%), il Giappone (-10,7%) e il Canada (-9,5%). “Proprio mentre i Paesi in via di sviluppo stanno soffrendo gli effetti della crisi economica, più della metà dei paesi industrializzati tagliano i loro aiuti. In media, i paesi ricchi donano solo lo 0,31% del Pil globale. Un dato scandaloso” - ha commentanto Max Lawson, portavoce di Oxfam International.

“Povertà e fame sono aumentate nel mondo lo scorso anno e altre 90 milioni di persone si sono aggiunte alla lista di coloro che vivono in povertà assoluta. Si tratta ormai di oltre miliardo di persone – un sesto della popolazione mondiale – che soffre la fame. I leaders mondiali devonodarsi da fare presto per mantenere la promesse fatte ai più poveri della terra - ha commentato Justin Kilcullen (in .pdf), presidente della rete di Ong europee CONCORD che da anni tiene monitorati i dati degli aiuti pubblici allo sviluppo.

Le Ong della rete Concord hanno da tempo chiesto ai paesi ricchi di stabilire piani di incremento annuali dell’APS per raggiungere lo 0,7% del Pil entro il 2015. L’appuntamento per farlo è il Vertice Onu sugli Obiettivi del Millennio in programma a settembre a New York.

Giorgio Beretta
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