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Democrazia, apertura, umanità
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Non abbiamo scritto subito sui tragici avvenimenti di Parigi. Bisognava trovare le parole giuste. Prima bisognava tacere. Tiziano Terzani riportava in un suo scritto una frase di Karl Kraus: “Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia”. Dopo la Prima Guerra Mondiale Kraus invitava al silenzio perché, secondo Terzani, per lui tacere “significava riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi”. Così abbiamo cercato di fare.
Dolore, rabbia, paura, desiderio di rivalsa, solidarietà: ecco alcuni sentimenti che molti hanno provato di fronte alle notizie che venivano dalla Francia. Non ci sono ragioni per accettare quanto accaduto. Neppure per comprenderlo. Va detto però a chiare lettere che l’odio esiste. E i terroristi odiano la vita, prima di odiare quello che credono sia un “occidente” monolitico e blasfemo, in guerra permanente con la loro visione distorta dell’Islam. L’odio esiste. Contagia, travolge, distrugge. Ogni senso di umanità è bandito. Sono “i mostri che abbiamo dentro”, come cantava Gaber. Oggi sono i terroristi che seminano morte. Dentro ogni uomo però cova la vendetta, sono annidati gli spiriti del male. Nessuno si può sentire immune. Benché nella storia si possa rintracciare molto spesso un confine netto tra vittime e carnefici, guardando con attenzione è la realtà stessa del nostro essere uomini a generare, replicare e moltiplicare la barbarie. L’unico modo per fermare la spirale è quello di guardare dentro noi stessi per reprimere sul nascere qualsiasi istinto bestiale, qualsiasi sete di ulteriore odio e di ulteriore sangue. Oggi è una sciagurata interpretazione religiosa islamica a partorire mostri, ieri (e anche oggi) sono i nazionalismi, l’ansia del potere a portarci verso conflitti sempre più generalizzati. L’uomo non trova pace, la pandemia della violenza è inarrestabile.
Abbiamo provato sentimenti di rabbia. Per i giornalisti uccisi, per il poliziotto di fede musulmana ucciso, per i francesi ebrei uccisi. Prima di tutto il pensiero va a loro. Rabbia perché viene colpito al cuore un modo di intendere la vita, libero forse fino all’eccesso. Per la libertà però si può morire. Perché essa è un bene preziosissimo. Che va difeso con forza e intelligenza. Rabbia a sentire certi commenti che generalizzano, incitano a ulteriore odio. E poi la paura per il futuro: non tanto per ulteriori attentati che purtroppo potranno accadere, ma per vedere sotto i nostri occhi l’avanzare di una cultura della contrapposizione destinata a generare ancora tensione. I nostri valori (pace, dialogo, accoglienza, cosmopolitismo, incontro, prevalenza del diritto, dignità della persona, armonia con l’ambiente, dimensione spirituale) sono sotto attacco. E non solo da parte degli integralisti islamici. Sono attaccati da chi propone subito di reintrodurre la pena di morte. Da chi non comprende che non esiste un collegamento tra i profughi disperati che approdano a Lampedusa e i professionisti del terrore ben addestrati, cittadini europei che possono tranquillamente prendere l’aereo per ricevere istruzioni in Siria o in Yemen. I nostri valori non sono difesi certamente da chi pensa che tutti gli immigrati siano musulmani e che tutti i musulmani siano potenziali terroristi.
Se prevarrà in Europa questa equazione prepariamoci a una stagione difficilissima, di vera guerra civile. Per questo dobbiamo dire no alle sirene di un nazionalismo xenofobo che sta acquisendo sempre più forza. Quello ci sembra essere il pericolo maggiore.
Detto questo occorre pronunciare parole altrettanto chiare verso il fanatismo di estrazione islamica. Una esigua parte del mondo islamico appoggia queste azioni. Esigua, ma presente. Questo settore utilizza la religione a fini politici. Sappiamo bene che dai libri ritenuti sacri (come da ogni libro letto da generazioni di uomini) si può trarre quello che si vuole. La Bibbia incita all’uccisione dei nemici, a punire con la morte la blasfemia. Sappiamo ugualmente che i libri vanno interpretati. Siamo di fronte a una questione di interpretazione. In questo senso il mondo musulmano può fare qualcosa di più. Capire che esiste un problema nel rapporto tra Islam e modernità. Molti hanno condannato gli atti terroristici, ma forse dovrebbero condannare anche quanto avviene in certi paesi formalmente musulmani, come per esempio l’Arabia Saudita (paese amicissimo dell’occidente, ma fautore di un’interpretazione estrema del Corano): i diritti umani devono valere per tutti!
Come combattere questa deriva? Alcuni commentatori hanno detto che siamo in guerra. Facciamo finta che sia così. Allora mobilitiamo l’esercito? Ripristiniamo la leva obbligatoria? E dove mandiamo i soldati a combattere? In Iraq oppure lungo i viali delle nostre città? Altri dicono di fermare “l’invasione”. Va bene, chiudiamo le frontiere. E cosa facciamo degli immigrati di seconda o di terza generazione? Creiamo uno Stato di polizia, li mettiamo nei ghetti? Sappiamo come non sia possibile.
Utile invece è usare la ragione. A volte occorre anche utilizzare le armi allo scopo di legittima difesa. Le armi che abbiamo noi sono la cultura e l’istruzione, armi che fanno paura, che valgono per oriente e occidente come testimonia il caso di Malala, giustamente insignita del premio Nobel per la pace. Fare il nostro dovere, non perdendo di vista i nostri ideali. Ideali che non sono “europei” ma che sono rintracciabili in ogni civiltà. Informare partendo dall’ipotesi che un altro mondo è possibile. Insistere sulla tolleranza, vero fondamento della libertà. Parlare di amicizia fra i popoli. Testimoniare una religiosità diversa e pure la possibilità di non avere nessuna religiosità, ma di credere nell’uomo e nel futuro.
La grande manifestazione che proprio in questo momento sta riempiendo le strade di Parigi, con la presenza di 45 capi di stato, ci dà speranza. Concludiamo con le parole del primo ministro norvegese che, nel suo discorso al funerale delle vittime dell’attentato all’isola di Utoya nel 2011, si espresse in questo modo: “Reagiremo con più democrazia, più apertura, più umanità”. Facciamolo per davvero.






