Dakar: aperto il World Social Forum 2011, il protagonismo dell’Africa

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Ha preso il via ieri con una lungo corteo di oltre 30mila persone per le strade di Dakar il 'World Social Forum 2011' (WSF) che vede radunati fino a venerdì capitale senegalese i rappresentanti dei movimenti sociali di 123 paesi. Accanto alle donne che cantavano "Basta violenze, basta violenze", hanno marciato contadini e attivisti che denunciano il land grabbing (l’accaparramento delle terre) in Africa, i sussidi agricoli americani e europei che pesano sul commercio, le misure restrittive contro le migrazioni, la progressiva spogliazione dei diritti dei lavoratori.

A dieci anni dalla prima edizione di Porto Alegre in Brasile, anche quest’anno sono infatti numerosi gli incontri e le attività in programma sui diversi temi: dalla crisi economica alla tutela dell’ambiente, dalla cooperazione Sud-Sud e al contributo delle religioni al progresso dell’umanità. Un ruolo di primo piano è riservato proprio all’Africa e alla valorizzazione dell’agricoltura come strumento per uscire dalla crisi economica. “Siamo qui per dire chiaramente che gli agricoltori possono produrre cibo a sufficienza per il proprio paese, per l'Africa e per il resto del mondo. La prima sovranità di un paese non è quella del suo esercito, ma quella alimentare” – ha dichiarato Mamadou Sissoko, presidente onorario del ROPPA, la rete delle organizzazioni contadine e dei produttori agricoli dell’Africa Occidentale.

Per la prima volta il WSF non si svolge negli stessi giorni del World Economic Forum di Davos, che si è chiuso il 30 gennaio, ma non per questo, assicurano gli organizzatori, “smetterà di essere l’appuntamento antagonista per idee e principi di ciò che viene deciso in Svizzera”.

“I governi sono stati incapaci di adottare politiche giuste e adeguate per rispondere alle sfide che della globalizzazione” – ha dichiarato nei giorni scorsi Bernd Nilles, Segretario generale del CIDSE, la rete internazionale delle organizzazioni cattoliche per lo sviluppo impegnate nel campo della giustizia globale. "Dal boom dei prezzi delle derrate alimentari agli interminabili negoziati internazionali sul cambiamento climatico, passando per gli squilibri economici mondiali, ecco i sintomi che dimostrano il fallimento dei leader mondiali" - sottolinea il responsabile. "Il forum sociale mondiale è la dimostrazione che le popolazioni avvertono la necessità di una nuova svolta. E' tempo che i politici si siedano e ascoltino le loro idee" – ha concluso Nilles. Assieme a centinaia di organizzazioni della società civile, il CIDSE partecipa al Forum sociale mondiale per un confronto aperto sulle nuove strategie politiche da adottare a favore dei paesi più poveri e denuncerà I tagli budgetari annunciati dai paesi ricchi nelle loro politiche per gli aiuti allo sviluppo.

La Caritas Italiana ha seguito con attenzione la preparazione di questo nuovo appuntamento mondiale che la vede coinvolta nell’ambito della rete di Caritas Internationalis: anche quest’anno Caritas Italiana è presente al Forum con una delegazione composta da operatori di Caritas Italiana, alcune Caritas africane e alcuni giornalisti. La Caritas, che partecipa al Forum dalla prima edizione nel 2001, ha accresciuto negli anni la propria partecipazione ai Forum Sociali Mondiali ed Europei “come parte integrante di un progetto più ampio di animazione che intende stimolare attenzione e coinvolgimento nei confronti dei bisogni della persona e soprattutto di chi è più in difficoltà”. All’interno del Forum si svolge anche la quarta edizione del Forum Mondiale di Teologia e Liberazione. Vi parteciperà un gruppo di circa ottanta teologi di differenti tradizioni e regioni del mondo, allo scopo di offrire un contributo alla discussione in termini di “relazione tra spiritualità ed etica a partire dal dialogo tra tradizioni religiose e pratiche sociali”.

Nell’ambito delle manifestazioni collegate al Forum sociale mondiale, nei giorni scorsi nell’isola di Gorée, luogo simbolo della tratta degli schiavi africani, si è tenuta la presentazione ufficiale della “Carta mondiale dei migranti“m un documento che ha la particolarità di essere stato scritto da migranti, e che sancisce i principi di libertà di circolazione di tutti gli uomini e donne del pianeta – riporta l’agenzia Misna. Nato nel 2006 nella città francese di Marsiglia, crocevia di popoli sulle sponde del Mediterraneo, su iniziativa di un migrante “sans papier”, la cosiddetta “Carta per un mondo senza muri” (in .pdf) mira anche alla formazione di un’alleanza mondiale dei migranti che promuova la loro partecipazione alla creazione di un mondo plurale, solidale e responsabile. I promotori del documento chiedono l’abrogazione di leggi relative ai visti e ogni normativa limitativa del diritto a poter vivere dovunque sulla terra.

Tra le numerose delegazioni italiane va segnalata quella dell’Uisp (Unione italiana sport per tutti) che ha promosso la seconda edizione della “Bamako-Dakar: il silenzioso Tour della solidarietà“. Partita il 31 gennaio dalla capitale del Mali la carovana composta da 22 ciclisti italiani e africani è arrivata ieri a Dakar coprendo in buona parte in bicicletta i 1500 chilometri che separano le due città. La carovana rimarrà a Dakar per il World Social Forum dove ha allestito un villaggio dello sport in cui vengono organizzate attività e convegni sul tema “sport e solidarietà”.

Oggi un ampio cartello di sindacati, associazioni ed Enti Locali italiani depositeranno una targa a ricordo del sacrificio di milioni di uomini e donne africane vittime della schiavitù, transitate nella piccola isola di Gorée, a poche miglia dal porto della città di Dakar, dando vita ad un percorso comune di promozione dei diritti umani. [GB]

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