Campagna del Millennio: i G8 e l'Italia ai nuovi impegni facciano seguire i fatti

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A conclusione del summi dei G8, la Campagna per gli obiettivi del Millennio auspica che "alle parole e agli impegni ribaditi dai G8 seguano i fatti". "Gli otto grandi hanno sì ribadito gli impegni presi quattro anni fa a Gleneagles, in Gran Bretagna, per sconfiggere la povertà, ma ancora una volta non hanno indicato un piano di rientro finanziario e politico per trasformare questi intenti in fatti" - commenta Marta Guglielmetti, coordinatrice per l'Italia della Campagna del Millennio delle Nazioni Unite in Italia. "L'apertura del G8 ai nuovi 6 e ai paesi dell'Africa ha prodotto quanche passo avanti soprattutto in tema di cambiamenti climatici, commercio e crisi alimentare. Ma i risultati raggiunti rischiano di non essere sufficienti in un momento in cui la crisi globale sta colpendo sempre più gravemente i più poveri"- aggiunge la coordinatrice.

"Siamo particolarmente felici di vedere che la riforma del commercio internazionale abbia guadagnato un posto centrale nel summit - prosegue la nota. Non è infatti possibile pensare di sconfiggere la povertà e creare uno sviluppo sostenibile senza rifromare le regole inique che soffocano le economie dei paesi più fragili". L'impegno a chiudere i negoziati del Doha Round entro il 2010 è in questo senso un segnale positivo. Ci auspichiano che i paesi del G8 che sono anche membri dell'Unione Europea sappiano mantenere un approccio coerente nei loro impegni sul commercio in sede europea quando si discuterà della riforma della politica agricola comune e dei sussidi all'agricoltura.

Infine per quanto riguarda l'annuncio dell'iniziativa dell'Aquila per la sicurezza alimentare la coordinatrice per l'Italia della Campagna del Millennio esprime soddisfazione che i G8 si siano impegnati a dare una risposta alla crisi alimentare che sta colpendo i paesi più fragili e che si sia affermato un approccio sistemico alla crisi capace di andare oltre all'intervento emergenziale e di pura assistenza. "Tuttavia anche in questo caso - nota la Campagna - l'impegno non è seguito da un piano concreto per l'esborso dei 20 miliardi di dollari promessi per i prossimi 3 anni. Non è chiaro quanto verrà mobilitato per anno né sono menzionati i contributi di ciascun paese. Infine non è chiaro se queste risorse saranno davvero addizionali rispetto ai contributi per la cooperazione già promessi".

"Bene per i 20 miliardi di dollari stanziati per la sicurezza alimentare, peccato che verranno gestiti dalla Banca mondiale" - sottolinea Sergio Marelli, portavoce della Coalizione italiana contro la povertà (Gcap)raggiunto telefonicamente a L’Aquila da Vita online. "La Banca Mondiale è un’istituzione che in Africa ha fatto molti errori, imponendo quelle politiche di aggiustamento strutturale che hanno contribuito a crearla, l’emergenza alimentare. Sarebbe stato meglio affidare questi fondi alle agenzie specializzate dell’Onu, come la Fao". In una successiva dichiarazione all'agenzia Agi, Marelli esprime inolte "molte perplessità sulla capacità del Governo italiano di onorare gli impegni appena presi e celebrati al summit dei G8, considerati i tagli alla cooperazione fino a ora attuati"

"Il vertice de L’Aquila si chiude con un solo impegno certo da parte dell’Italia: colmare il debito di 130 milioni di euro verso il Fondo Globale per l’Hiv, Tubercolosi e Malaria entro un mese" - commenta Luca De Fraia, portavoce di ActionAid al G8, "Il presidente Berlusconi si è assunto di fronte alla comunità internazionale un impegno a recuperare il ritardo in materia di aiuto pubblico allo sviluppo, ma l’Italia deve chiarire subito quale sarà il contributo italiano all’Aquila Food Security Initiative e in che modo le risorse finanziarie verranno trovate perché - alla luce della riduzione dei fondi della cooperazione, nella scorsa legge Finanziaria, a circa 300 milioni di euro all’anno - si rischia la cannibalizzazione delle iniziative per la lotta alla povertà: per finanziarne una, si lasciano indietro le altre".

"Ci aspettiamo - conclude una nota congiunta di Oxfam-Ucodep - che nella prossima Finanziaria l’Italia dia vita a un piano di rientro per destinare lo 0,51% del Pil in aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015. Per questi obiettivi si è impegnata in sede europea, G8 e Onu". [GB]

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