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Secondo le stime della FAO (il Fondo delle Nazioni Unite per l'alimentazione), nel mondo ci sono 1 miliardo e duecento milioni di persone malnutrite. Un sesto della popolazione mondiale.
Al contrario di quanto si possa pensare, malnutrizione non significa solamente fame. Malnutrita è una persona che non ha un accesso duraturo ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrizionalmente adeguati. Anche mangiare “male”, quindi è malnutrizione, così come le infezioni alimentari, l'obesità, le diete squilibrate ecc.
Certo è che, soprattutto nei sud del mondo, la crisi alimentare è una questione di accesso al cibo. Un errore comune, spesso alimentato dalle stesse politiche di governi ed organizzazioni internazionali, è quello di ridurre la questione ad una presunta scarsità di cibo e risorse. Non è così: il problema non è la mancanza di cibo ma l'accesso. Migliaia di piccoli produttori ed agricoltori sono stati messi in ginocchio da politiche internazionali e regole commerciali scellerate, a vantaggio delle economie più avanzate.
La Giornata mondiale dell'alimentazione, istituita dalla FAO nel 1981, vuole quindi promuovere politiche mirate, sollecitando investimenti pubblici e privati, promuovendo il trasferimento di conoscenze tecniche e incoraggiando la partecipazione delle popolazioni rurali.
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Uno dei successi più strabilianti della Cina contemporanea è stato il miglioramento della sicurezza alimentare per decine di milioni di contadini poveri. Questo processo, cominciato negli anni ’60 dopo la carestia determinata dalla catastrofica dottrina maoista del “grande balzo in avanti”, trova nella figura di Yuan Longping, agronomo e studioso del riso, uno dei protagonisti indiscussi. Nato a Pechino nel 1930, diplomato in scienze agrarie, all’inizio degli anni ’60, come professore alla “Scuola agraria di Anjiang”, comincia a compiere ricerche sul riso per sviluppare una qualità migliore e più produttiva: dopo più di 10 anni di studio sul campo Yuan giunge, attraverso complicati incroci e ibridazioni sempre con metodi naturali, al “riso ibrido”, una qualità del 30% più produttiva. Oggi oltre il 60% del riso coltivato in Cina è ibrido: grazie a questa innovazione la produzione in 50 anni è passata da circa 6 milioni di tonnellate l’anno agli odierni 20 milioni, sfamando quasi 100 milioni di persone. Yuan Longping, premiato più volte per le sue ricerche e consulente della FAO, continua la sua opera diffondendo la sua qualità di riso in tutti i continenti.
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