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La tubercolosi (o TBC) è una malattia infettiva, causata da microbatteri e che si trasmette per via aerea. A cavallo tra l’ottocento e il novecento, costituiva la prima causa di morte in Europa e negli Stati Uniti. Oggi i numeri sono fortunatamente diminuiti ma la tubercolosi non è una malattia del passato. Spesso dimenticata, la TBC uccide ogni giorno, nel mondo, 5000 persone, con oltre nove milioni di nuovi infetti ogni anno. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le regioni più colpite sono quelle dell’India e del Sud-Est Asiatico, ma non si tratta di una malattia che riguarda solo i sud del mondo. In Italia si registrano ogni anno seimila nuovi casi, la maggior parte dei quali riguarda gli immigrati.
Diverse associazioni denunciano il grave ritardo con cui l’Italia sta affrontando il problema, con pochissimi fondi concessi alla ricerca e allo sviluppo di farmaci specifici, circostanze che hanno declassato la tubercolosi tra le malattie dimenticate. Il sesto degli obiettivi di sviluppo del millennio invita invece a non dimenticare: la lotta alla tubercolosi è considerata una delle maggiori sfide per lo sviluppo e la piena dignità delle persone più povere.
Segui le iniziative dell’associazione STOP TB, per la lotta alla tubercolosi.
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La figura di monsignor Romero (1917-1980) è sempre di più percepita come quella di un pastore che ha dato la vita per il suo popolo e di un uomo capace di schierarsi per la giustizia al fianco dei poveri. Il suo paese, il Salvador, e tutta l’America latina lo venerano come santo, e in tutto il mondo Romero è esempio di una Chiesa cristiana incarnata nella sete di pace, di libertà e di sviluppo umano di nazioni, spesso schiacciate dall’autoritarismo e dalla dittatura. Prete cattolico all’antica, formatosi a Roma, Romero viene nominato vescovo nel 1970 e poi arcivescovo di San Salvador nel 1977 proprio per la sua fama di conservatore che mai sarebbe stato contro l’oligarchia al potere. Nel paese però, soggiogato da una giunta militare, infuriava la repressione contro ogni tipo di opposizione sia delle forze di sinistra sia della Chiesa: in pochi anni furono centinaia i religiosi uccisi e migliaia le vittime del regime. Sempre di più Romero, scontrandosi anche con gli altri vescovi e finendo per essere richiamato dal Vaticano, si schierava con il popolo mediante accorate omelie nelle quali arrivò ad esortare i militari a non eseguire gli ordini se essi vanno contro la legge di Dio. Romero non si ferma davanti alle minacce, alle ingerenze americane, ai suggerimenti di prudenza: il 24 marzo 1980 viene assassinato da un sicario di regime mentre celebra la Messa. “Romero vive!” questo è scritto sui muri; le sue parole restano nei cuori di chi lotta per la giustizia.
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