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Quando si parla di discriminazione contro le donne si pensa generalmente a queste ultime come vittime di violenze e soprusi. In alcuni paesi del mondo queste pratiche sono senza dubbio parte della cultura e, peggio ancora, avallate dalla legge. Ma c’è di più. La discriminazione si può perpetuare, ovunque, anche attraverso forme più silenziose ma non meno gravi. L’esclusione dal diritto di successione è, ad esempio, un discrimine. Così come lo sono le forme di esclusione sociale e le limitazioni sul diritto di proprietà, la negazione dell’accesso al credito, il divieto d’istruzione e l’esclusione dalla vita politica.
La Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW), è il più importante strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di diritti delle donne. Ratificata nel 1979 da 185 stati, Italia compresa, la convenzione vincola i Governi ad adeguare la propria legislazione nazionale in direzione della parità di genere in tutti i settori e ad eliminare ogni discriminazione praticata da "persone, enti e organizzazioni di ogni tipo". Un’apposita commissione, denominata Commissione CEDAW, esamina ogni 4 anni i rapporti ricevuti dai vari stati e verifica il grado di raggiungimento dei vari obiettivi.
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Giornalista e attivista algerina, premio Sakharov per la libertà di pensiero 1997, Salima Ghezali è una delle più note esponenti del femminismo arabo e della lotta democratica dei paesi del Maghreb. Nata vicino ad Algeri nel 1958, mentre studiava per diventare insegnante aderisce negli anni 80 ai movimenti delle donne in favore del rispetto dei diritti umani e per una società più evoluta. Dopo aver lavorato come giornalista in varie testate, nel 1994 nel pieno della guerra civile tra il governo laico e gli integralisti islamici, nonostante le ripetute minacce, fonda la rivista “La nazione” mediante la quale lancia appelli per superare attraverso mezzi pacifici la tragica situazione che insanguinava il paese. La sua libertà di pensiero, mal sopportata da ambedue gli schieramenti in lotta, le costa la chiusura del suo giornale. Approdata a “le monde diplomatique” continua la sua battaglia che vede dopo lunghi anni, nel 2002, la riapertura in Algeria de “La nazione”. Oggi Salima Ghezali è una delle osservatrici più attente dei cambiamenti in atto nel mondo arabo.
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