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Oggi più che mai il dibattito è acceso sulla definizione di famiglia. Molteplici sono i punti di vista e la composizione stessa della famiglia è in alcuni casi differente tra culture e nazioni. In alcuni paesi è ammessa la poligamia, in altri sono riconosciute le coppie formate da persone dello stesso sesso. In Italia, l’articolo 27 della Costituzione cita così: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare”.
A prescindere dalla composizione, la famiglia costituisce il nucleo fondamentale per la comprensione dei principi fondamentali dell’uguaglianza, della tolleranza e della responsabilità collettiva. Il nucleo familiare è formato, esattamente come la società, da un sistema di diritti/doveri reciproco: la parità tra sessi, il dovere di proteggere ed educare i minori, il diritto da parte degli anziani ad essere tutelati. La Giornata internazionale offre l’opportunità di promuovere la consapevolezza delle problematiche relative alla famiglia e ai suoi diritti civili. Oggi, uno dei temi più attuali è quello del ricongiungimento familiare e del numero sempre più crescente di famiglie interetniche. L’integrazione nasce sempre di più dalla famiglia. Governi che sostengono con forza l’importanza della famiglia, dovrebbero tener conto, nelle loro politiche immigratorie, che la maggior parte dei percorsi migratori sono progetti familiari.
Dai tempo alla tua famiglia.
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Il contadino austriaco che fece obiezione di coscienza rifiutandosi di fare il servizio militare per la Germania hitleriana, fu un esempio di coerenza e di coraggio valido per i nostri giorni. Jägerstätter nacque in Austria nel 1907 in un paesino di campagna. Dopo una giovinezza problematica riscoprì la fede cattolica e nel 1936 sposò Franziska dalla quale ebbe tre figlie. La sua vita tranquilla cambiò radicalmente quando nel 1938 fu l’unico del suo paese a votare “no” al plebiscito sull’annessione dell’Austria al terzo Reich. Allo scoppio della guerra riuscì per due volte a evitare il servizio militare ma alla terza chiamata nel febbraio 1943 si trovò di fronte a una scelta tragica: combattere per Hitler o andare incontro alla morte. Nonostante le pressioni di amici e parenti e soprattutto del vescovo di Linz, supportato però dall’affetto della moglie che comprese la scelta di Franz senza condividerla, Jägerstätter di fronte al tribunale militare confermò l’incompatibilità della sua fede cattolica e della sua coscienza alla guerra e all’appoggio al Reich. Fu condannato a morte e assassinato nell’agosto 1943. Soltanto dopo decenni la sua figura fu riscoperta. Nel 2007 la Chiesa cattolica lo decretò martire della fede, aprendo le porte alla sua beatificazione.
Per approfondire: F. Jägerstätter, Scrivo con le mani legate, Berti, Piacenza 2005.
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