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“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, recita l’articolo primo della nostra Carta Costituzionale. E ancora, all’articolo 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Mai come in questi anni, il diritto al lavoro, è messo in discussione. Già prima della crisi finanziaria, che ha lasciato senza un lavoro un grandissimo numero di cittadini, nuove forme contrattuali come gli stages, i contratti a progetto, le prestazioni occasionali, rivelavano tutte le difficoltà, soprattutto per i più giovani, a trovare un impiego stabile. Nei sud del mondo, il numero di persone che lavora per turni di 14-15 ore, ricavandone pochi dollari, è in continuo aumento. In un mondo globalizzato, il fenomeno non riguarda solo i paesi impoveriti. Rosarno docent.
Il primo Maggio non è solo la festa dei lavoratori. È anche l’occasione per ricordare chi un lavoro non lo ha; chi il lavoro lo ha perso e con esso rischia, se immigrato, di essere espulso; chi lavora per un dollaro all’ora; chi è precario; chi è costretto alla cassa integrazione; chi sul posto di lavoro è discriminato. Insomma, lavoro significa lotta all’illegalità, sviluppo economico, dignità umana, autorealizzazione, partecipazione al bene comune. Non solo il primo Maggio.
Partecipa alla festa a te più vicina.
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Cesar Chavez (1927-1993) è stato una delle figure più importanti al mondo e soprattutto negli USA per le battaglie in favore dei lavoratori. Nato in Arizona da una numerosa famiglia messicana di commercianti divenuti poi braccianti a causa della Grande depressione, riuscì faticosamente e tra i pregiudizi razziali a completare gli studi. Dal dopoguerra in poi cominciò la sua attività di sindacalista, utilizzando metodi decisi ma sempre non violenti. La capacità retorica e doti organizzative caratterizzano la figura di Chavez divenuta vincente e popolare grazie a scioperi, marce, comizi. Diede vita a un potente e partecipato sindacato degli agricoltori statunitense (UFW): per tutti gli anni 70 la sua opera di difensore dei diritti dei contadini, specie piccoli proprietari, lo portò a guidare un’associazione di circa 50.000 lavoratori. Chavez fu anche attivo nelle lotte per l’emancipazione razziale e per i diritti degli immigrati. Famoso il suo slogan “sì, se puede”, utilizzato poi da Barak Obama nella versione “yes we can”.
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