Il 23 Aprile del lontano 1616 morivano tre grandi autori: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e El Inca Garcilaso de la Vega.
L’UNESCO ha quindi scelto questa data per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il diritto d’autore.
Un libro è un’opera d’arte e allo stesso tempo un veicolo di idee; uno strumento di creatività che conduce ad una conoscenza universale, anche di luoghi ed epoche lontane. Non a caso, l’edizione 2010 della Giornata mondiale, ha posto l’accento sulla lettura quale incontro e dialogo tra culture, per educare al rispetto delle diversità e alla reciproca comprensione, elementi fondanti tanto della Carta delle Nazioni Unite, quanto della Costituzione dell’UNESCO (.pdf). Libera circolazione del sapere, riconoscimento del prezioso ruolo dei traduttori, incentivazione della scrittura e protezione dell’opera intellettuale, valorizzazione del contributo degli autori al progresso sociale e culturale, sono invece elementi in comune a tutte le edizioni della Giornata.
La Giornata del libro è anche un’occasione per ricordare i quasi 800 milioni di individui che al mondo non sanno leggere né scrivere e non hanno, quindi, la possibilità di istruirsi e di accedere alle diverse culture. Il diritto all’educazione, in quando diritto umano fondamentale, va tutelato in ogni sua forma.
Spegni la tv e leggi un libro!
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Uomo di grande cultura umanistica, autore dell’importante volume “L’amore e l’occidente” (un affresco decisivo per la storia delle idee) Denis de Rougemont (1906-1985) riuscì ad attraversare il ‘900 stando sempre dalla parte della libertà e di un sapere inteso come forma di realizzazione della persona. Francese di nascita, dopo aver compiuto gli studi in Svizzera, negli anni ’30 cominciò a lavorare a Parigi, avvicinandosi al personalismo di Mounier, come giornalista e scrittore, sempre in precarie condizioni economiche. Dal 1936 al 1938 è in Germania come lettore all’università di Francoforte: questo soggiorno lo spinse a denunciare la pericolosità del nazismo e poi, dopo aver riparato in Svizzera, a fondare un gruppo di resistenza contro i fascismi europei. Durante la guerra è negli Stati Uniti dove proseguì la sua attività di saggista non solo in campo letterario ma anche politico: dal progetto federalista per una nuova Europa fino alla questione della bomba atomica. Tornato in Svizzera diede vita, nel 1948, al “Centro europeo della cultura”. Nei decenni successivi Denis de Rougemont si concentrò proprio sul progetto di unificazione europea attraverso la cultura, cogliendo nello stesso tempo le nuove urgenze (soprattutto ecologiche) del mondo globalizzato.
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