Vaccini: «La Commissione si è piegata alle aziende farmaceutiche»

Stampa

Foto: Unsplash.com

«Come ha potuto la Commissione europea accettare di inchinarsi così di fronte alle case farmaceutiche?». È l’accusa che la deputata del Parlamento europeo, Manon Aubry, ha lanciato durante la seduta plenaria del Parlamento Ue rivolgendosi direttamente alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Un attacco argomentato e documentato che esplode politicamente a tre settimane di distanza. Secondo l’eurodeputata le trattative mancano di trasparenza. E anche nei contratti resi pubblici, mancano le informazioni principali, «come prezzo e programma di consegna». «E sui brevetti stesso scandalo. Siamo capaci di imporre restrizioni incredibili alla libertà dei nostri concittadini, ma non siamo in grado di imporre regole per i big pharma?». E Manon Aubry, europarlamentare francese di 31 anni del gruppo della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica, chiede l’istituzione di una «Commissione d’inchiesta sulle responsabilità della Commissione per questo disastro».

L’eurodeputata spiega

«La logica di mercato e di libero scambio ha prevalso. Il problema di fondo è che la salute non è considerata un bene comune, ma un prodotto come un altro sul mercato», l’eurodeputata del Gue spiega le ragioni del suo duro intervento a Bruxelles, «La sola strada possibile è togliere la proprietà intellettuale sui brevetti», dice ad Anna Maria Merlo. L’intervista al Manifesto: penuria di vaccini, paesi che si sganciano dalle scelte comuni per trovare vie nazionali, polemiche, la Ue naviga ancora in acque agitate nella risposta alla crisi del Covid, mentre fuori dal blocco alcuni paesi cominciano a vedere la fine del tunnel. Di chi sono le responsabilità per questa situazione?

Le accuse alla Commissione

«Nei negoziati con i laboratori farmaceutici, la Commissione è stata debole, più debole della controparte, non ha imposto né le condizioni, né le regole, che sono state decise dalle grandi società. Eppure, sono stati messi soldi pubblici, i soldi dei cittadini, per sviluppare i vaccini. Ma i laboratori farmaceutici rifiutano la trasparenza, sia sui contratti che sugli utili. Pfizer, per fare un esempio, sta facendo utili intorno al 30%. E contemporaneamente rifiuta anche, come gli altri laboratori, di togliere la proprietà intellettuale sui brevetti, proprio in un momento in cui ci sarebbe necessità di produrre grandi quantità di vaccini su scala mondiale per uscire dalla crisi. Mai la Commissione ha imposto le sue regole, abbiamo la sensazione che si sia fatta prendere in giro fin dall’inizio, che sia stata più debole della controparte».

Chi peggio chi meglio ma tutti sotto big pharma

Alcuni paesi, Israele, Gran Bretagna, Usa, hanno ottenuto le dosi, eppure anche loro non hanno imposto regole ai laboratori farmaceutici, anzi, in alcuni casi hanno anche ceduto dati sensibili. «Certo, ha prevalso dappertutto la logica di mercato. Usa, Gran Bretagna, Israele hanno ordinato i vaccini prima della Ue, subito, a marzo dell’anno scorso, quando già era evidente che sarebbe stata questa una via di uscita dalla crisi. Hanno pagato di più. La logica di mercato e di libero scambio ha prevalso. Il problema di fondo è che la salute non è considerata un bene comune, ma un prodotto come un altro sul mercato. Si è scatenata così una corsa alla concorrenza terribile. La lezione è che dobbiamo riprendere il controllo collettivamente, imporre le nostre condizioni di cittadini».

Brevetti pubblici sui vaccini?

Si arriverà ai brevetti pubblici, come è già successo per altri vaccini? «È la sola strada possibile per uscire dalla pandemia. Perché se non vengono vaccinati tutti, si scatena una corsa contro il tempo con le varianti, l’epidemia muta e ritorna, in un terribile circolo vizioso. La soluzione è togliere i brevetti il più presto possibile, abbiamo l’esempio dell’Aids, della poliomielite, del gel idro-alcolico. È una sfida politica, ma la Ue è debole. Lo chiede il mondo scientifico, più di 100 paesi hanno presentato alla Wto (organizzazione mondiale del commercio) la richiesta di eccezione sulla proprietà intellettuale, ma ci sono degli stati, anche nella Ue, che bloccano questo processo, che continuano a proteggere i laboratori farmaceutici. Solo una pressione che viene dai cittadini può sbloccare la situazione e portare al successo su questo fronte, per uscire dalla crisi. È una questione di democrazia».

Il governo europeo sul Covid

Si può dire che la scelta della Commissione di gestire i vaccini in modo comune sia stata positiva? «Dal principio c’è stato un ognuno per sé, sulle mascherine, sui respiratori… Era un gioco a somma negativa per tutti. Ma la Commissione non ha tratto tutte le lezioni di questo inizio caotico: certo, c’è stato l’approccio comune, ma questo non è stato sufficientemente forte per contrastare le logiche nazionali. Avrebbe dovuto succedere il contrario, una Commissione forte che decide la legge, perché nei fatti la Ue è forte. Invece, sembra che al posto della Commissione a decidere siano stati i direttori generali dei laboratori farmaceutici».

La solidarietà internazionale

«Il meno che si possa dire è che la solidarietà internazionale non gode di buona stampa. Domina la logica dell’ognuno per sé. Il 70% dei vaccini è stato somministrato in 10 paesi, questo la dice lunga. Ma è anche una questione di efficacia, con le varianti che creano un circolo vizioso. Condividere le soluzioni, massificare la produzione per il beneficio di tutti, questa è la soluzione. Invece domina la logica protezionista in questa nuova guerra sanitaria: la logica di mercato, dove i laboratori fanno profitti, la logica del libero scambio, che ha fatto sì che non ci sia una vera sovranità sanitaria europea. Ne vediamo i limiti. Dobbiamo voltare pagina».

Da: Remocontro.it

Ultime notizie

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad