Un mare di m… minacce per gli ecosistemi subacquei

Stampa

Reti fantasma. No, non è il titolo dell’ultima serie che fa impazzire gli appassionati online. È la realtà. Una realtà subacquea, e per questo meno interessante, meno impattante perché lontana dai nostri occhi. Quello che non vediamo, in certi casi, spaventa meno. 

I fondali marini sono costellati di presenze inquietanti, che fluttuano sui fondali del nostro Pianeta. Sono rifiuti, per essere quelli più presenti nei mari: reti da pesca e attrezzatura di varia natura, per lo più persa dalle imbarcazioni e abbandonata sul fondo, micidiali trappole per gli animali marini che vi restano impigliati e un agguato alla biodiversità.

L’anno scorso la Divisione subacquea di Marevivo, associazione impegnata su molteplici fronti per la tutela degli ambienti marini, ha recuperato nelle acque dell’Isola delle Femmine e di San Vito Lo Capo due reti, di cui una spadara di oltre 2500 metri, usata per la pesca del pesce spada e tra l’altro illegale da ben 10 anni – anche se ancora usata dai pescatori di frodo e abbandonata senza scrupoli in mare quando le barche vengono intercettate dagli organi preposti ai controlli. Ma non è un caso isolato: dal 2003 l’associazione conduce ogni anno operazioni di recupero di materiali abbandonati e di bonifica dei fondali. 

Perché accade spesso, troppo spesso, che in queste reti restino impigliati cetacei e tartarughe che, impossibilitati a risalire per prendere fiato, muoiono affogati. Ma non è un problema solo per loro. Si tratta di rifiuti spesso realizzati con sostanze plastiche, che peggiorano le già pregiudicate condizioni di salute dei nostri mari, minacciando la sopravvivenza anche di specie sessili (quelle che vivono fisse sulle rocce) di grande valore ecologico e spesso protette per la loro unicità e fragilità. 

FAO e UNEP, che lavorano costantemente per promuovere azioni di conservazione e tutela, evidenziandone tra l’altro anche la convenienza economica (visto che noi umani se non abbiamo un tornaconto sembriamo non capire perché valga la pena agire), segnalano come ogni anno nel mondo vengano abbandonate o perse dalle 640 alle 800 mila tonnellate di attrezzi da pesca tra reti, corde, trappole, galleggianti, calze per mitilicoltura e piombi, oggetti che costituiscono per il 46% la famigerata “isola di plastica” che galleggia nell’Oceano.

Non si tratta però solo di un problema visibile. La gravità dell’inquinamento dei mari è nascosta anche in ciò che non vediamo. Per esempio la questione spesso dimenticata legata all’uso frequente e diffuso di medicinali. Medicinali che arrivano nelle reti fognarie, inondate di composti chimici che non sempre vengono filtrati dagli impianti di depurazione e che quindi giungono ai fiumi e poi ai mari senza trovare ostacoli. Da un recente studio di ricercatori della Repubblica Ceca, per esempio, è emerso come le metanfetamine abbiano effetti collaterali sulle trote selvatiche, per esempio creando dipendenze e modificazioni cerebrali e comportamentali simili agli effetti indotti sull’uomo. Una situazione che dovrebbe allertarci, non solo perché le trote drogate tendono a modificare le loro abitudini (smettono per esempio di fare cose non proprio irrilevanti per la loro sopravvivenza come mangiare, riprodursi ed evitare i predatori e frequentano con più interesse e assiduità le zone in cui queste sostanze vengono disperse in acqua), ma anche perché questi effetti si trasmettono per generazioni, paventando implicazioni sull’ecosistema per anni. 

Si tratta di effetti che però restano ancora per lo più sconosciuti, che espongono le altre specie a cocktail di antidepressivi, antidolorifici e antibiotici, solo per citare tra i farmaci più diffusi e consumati, che in alcuni casi hanno indotto conseguenze sconcertanti, come per esempio il cambio di sesso in appena due settimane di alcuni tipi di pesci a causa dell’esposizione a ormoni derivanti da sostanze chimiche presenti nelle pillole anticoncezionali e arrivate in mare con le acque nere.

Le dipendenze non sono quindi un problema solo per l’uomo, ma ricadono in maniera più ampia e pericolosa sull’intero ecosistema, senza contare che ignoriamo gran parte degli effetti provocati da altre sostanze chimiche che raggiungono le acque dei fiumi e dei mari, come per esempio quelle contenute nei cosmetici, nei vestiti e nei detersivi.

Un mondo intricato di responsabilità, scelte (in)consapevoli e valutazione dei rischi connessi, che si intreccia proprio come una rete abbandonata non solo intorno alle creature che abitano le profondità marine, ma anche intorno a noi.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

Ultime notizie

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Dipendenze digitali

15 Settembre 2025
Nell’era dell’iperconnessione, le dipendenze digitali rappresentano una sfida crescente per le giovani generazioni, con effetti sempre più evidenti sul benessere psicologico, relazionale e scolasti...

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad