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Stoccaggi di gas pieni al 95% ma rinnovabili al palo
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Foto: Ayesha Firdaus da Greenreport.it
Al termine della campagna di iniezione conclusasi con ottobre, il livello di riempimento degli stoccaggi di gas gestiti da Snam ha raggiunto il 95,2%.
Significa avere in disponibilità di 11,2 miliardi di metri cubi di gas naturale, ai quali si sommano i 4,5 miliardi di metri cubi di stoccaggio strategico; il sistema energetico nazionale potrà inoltre disporre di ulteriori 1,1 miliardi di metri cubi accumulati negli stoccaggi degli altri operatori. Un dato significativo in vista del periodo invernale, considerato che gli stoccaggi potranno così far fronte a circa il 25%-30% della domanda giornaliera del mese di gennaio.
«Il risultato conseguito è essenziale per il prossimo inverno e certamente non era ipotizzabile anche solo lo scorso luglio, quando il traguardo fissato al 90% sembrava di per sé molto sfidante – commenta l’ad di Snam, Stefano Venier – Questo risultato è stato possibile grazie a un’azione ‘di sistema’ che ha visto coinvolti attivamente sia le diverse componenti del governo e di Arera, sia i principali operatori, oltre a Snam. Su questo fronte, da oggi, l’azione è già volta a ottimizzare l’erogazione invernale e a costruire, anche con le Fsru, le condizioni per la campagna della prossima estate quando sarà necessario anche sostituire i circa 2 miliardi di metri cubi di provenienza russa stoccati quest’anno».
È il lascito del Governo Draghi, che ha fatto un gran lavoro per la diversificazione degli approvvigionamenti di gas, ma molto poco – paradossalmente – per sbloccare gli investimenti sull’unica soluzione strutturale alla crisi energetica: le fonti rinnovabili.
Come confermato nelle scorse settimane da Stefano Donnarumma, l’ad di Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – il «costo effettivo dell’energia prodotta ad esempio da un impianto solare è di circa 5 volte più basso del valore registrato nei primi sei mesi dal Pun».
Questo significa che «se già oggi il prezzo dell’energia elettrica fosse dipendente solo dal costo industriale delle fonti rinnovabili e non, come oggi accade, ancorato al costo della produzione a gas, il prezzo di riferimento della componente energia della bolletta dell’ultimo trimestre sarebbe inferiore di quasi il 90%»...