Serbia: proteste contro lo sfruttamento sfrenato del suolo

Stampa

A Majdanpek le sirene d’allarme e le esplosioni sono ormai diventate parte integrante della quotidianità a causa della frenetica attività estrattiva nella miniera di oro e rame, situata nelle immediate vicinanze del centro abitato, gestita dal 2018 dall’azienda cinese Zijin.

Nonostante la miniera di Majdanpek rappresenti il principale motore dell’economia locale, dando lavoro ad un quarto della popolazione, gli abitanti di Majdanpek temono le conseguenze di un’eventuale espansione della miniera, timore del tutto legittimo considerando che all’inizio di giugno di quest’anno l’azienda Zijin ha iniziato a minare il monte Starica che sovrasta la città.

“La decisione di minare lo Starica è stata un vero shock” – spiega uno degli abitanti di Majdanpek – “le pietre sono letteralmente piovute dall’alto, a ridosso delle case. Operazioni del genere non possono che peggiorare le condizioni in cui viviamo”.

Nel tentativo di scongiurare ulteriori interventi invasivi sul monte Starica, alcuni attivisti e cittadini di Majdanpek hanno deciso di protestare e ormai da settimane vivono accampati in cima alla montagna.

Dove finisce la miniera?

La cima del monte Starica è raggiungibile percorrendo uno stretto sentiero immerso nel bosco. Il percorso dura circa un’ora e mezza ed è molto piacevole – si cammina accompagnati dal canto degli uccelli e dal fruscio delle foglie – ma tutt’altro che facile, trattandosi di una salita piuttosto ripida.

Arrivati in cima ci imbattiamo nell’accampamento dei manifestanti, costituito da alcune tende, le bandiere che sventolano tra gli alberi, i sacchetti pieni di cibo appesi ai rami per proteggerli dagli animali selvatici. Dalla cima si apre una vista al contempo affascinante e agghiacciante: in fondo alla valle si scorge la cittadina di Majdanpek, completamente circondata dalla miniera, mentre il sentiero appena sotto la cima è invaso da ruspe e camion.

“Non avevamo altra scelta”, afferma Vladimir Božić, rappresentante del gruppo di cittadini che ha organizzato la protesta, e aggiunge: “Il nostro obiettivo è quello di stabilire finalmente dove esattamente finisce la miniera, perché se [Zijin] dovesse continuare a usurpare l’ambiente con il pretesto di voler garantire la nostra sicurezza, non mi stupirei se a breve cominciassero a scavare anche nella mia camera da letto“.

Da metà giugno, quando è iniziata la protesta, Božić vive accampato sulla cima del monte Starica. Stando alle sue parole, i cittadini di Majdanpek sono molto legati a questa montagna che, come anche la miniera, rappresenta un elemento imprescindibile del paesaggio locale. È logico quindi che i cittadini siano preoccupati del fatto che la Zijin abbia intensificato le operazioni che danneggiano la montagna, producendo esplosioni talmente forti da far piovere sassi e pietre sul centro abitato, senza nemmeno spiegare ai cittadini il vero motivo alla base di tali interventi.

“I cittadini di Majdanpek hanno sempre convissuto con la miniera, la miniera è parte integrante della nostra vita. Trovo però inaccettabile che la popolazione sia tenuta all’oscuro di quanto sta accadendo, credo che meritiamo di sapere la verità”, afferma Božić ricordando il caso del complesso minerario di Bor, dove molti villaggi situati nelle immediate vicinanze delle miniere di rame, anch’esse gestite dall’azienda Zijin, si stanno spopolando proprio a causa dello sfruttamento sfrenato del suolo messo in atto dall’azienda cinese.

Denunce e controdenunce

Mentre parliamo con Vladimir Božić, arriva la polizia. Così scopriamo che l’azienda Zijin ha sporto denuncia contro i manifestanti accampati sulla cima del monte, accusandoli di “voler ostacolare i dipendenti dell’azienda nello svolgimento del loro lavoro”. La polizia ha effettuato una meticolosa perquisizione dell’intero accampamento, chiedendo a tutti i presenti, compresi i giornalisti della Deutsche Welle, di esibire un documento di identità, dopodiché uno dei manifestanti, Predrag Brandušanović, membro dell’organizzazione “Evropski Majdanpek“, ha sporto denuncia contro l’azienda Zijin, accusandola di “aver messo a rischio l’incolumità delle persone accampate“ sul monte Starica.

Brandušanović, che partecipa alla protesta sin dall’inizio, spiega che molte incognite e problemi legati alla gestione della miniera lo hanno spinto a diffidare della Zijin, soprattutto perché le esplosioni con cui è stata abbattuta una parte del monte sono state provocate su un terreno che non è mai stato dato in concessione all’azienda cinese...

Segue su Balcanicaucaso.org

Ultime notizie

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Dipendenze digitali

15 Settembre 2025
Nell’era dell’iperconnessione, le dipendenze digitali rappresentano una sfida crescente per le giovani generazioni, con effetti sempre più evidenti sul benessere psicologico, relazionale e scolasti...

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad