Popolazione: esplosione nel Sud del mondo, calo al Nord

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Il "2004 World Population Data Sheet", uno studio demografico reso noto ieri dall'autorevole Population Reference Bureau di Washington, afferma che entro il 2050 nel mondo ci saranno 3 miliardi di persone in più e la popolazione mondiale raggiungerà quota 9,3 miliardi. Il 99% dell'aumento di verificherà nei Paesi poveri del Sud del mondo, mentre la crescita della popolazione del Nord sarà in declino o statica con un aumento complessivo di solo il 4% a fronte di una crescita del 55% nel Sud del mondo.

Un miliardo di nuovi abitanti sarà nell'area sub-sahariana. Il Bangladesh, uno dei paesi più poveri del mondo, potrebbe veder raddoppiare la propria popolazione fino a oltre 280 milioni. E, dato insolito rispetto alle previsioni degli ultimi anni, la popolazione dell'India sorpasserà quella della Cina, passando dagli attuali 1miliardo e 87 milioni ad oltre 1,6 miliardi, mentre la Cina dovrebbe crescere "solo" poco più di 100 milioni passando così dal 1,3 miliardi attuali ai 1,437 miliardi del 2050. La "top ten" dei Paesi con maggior popolazione del 2050 è tutta occupata da Paesi del Sud del mondo, tranne al terzo posto dove troviamo gli Usa che raggiungeranno quota 420 milioni. A seguire Indonesia (308 milioni), Nigeria (307 milioni), Pakistan (295milioni), Bangladesh (280 milioni), Brasile (221 milioni), Repubblica democratica del Congo (181 milioni) ed Etiopia (173 milioni).

L'Europa è destinata ad invecchiare sempre più perdendo il 30% della propria popolazione, cioè 60 milioni di abitanti, e nel 2050 un europeo su sei avrà più di 65 anni. Simile trend per il Giappone che vedrà ridursi del 14% la propria popolazione. Tra i Paesi sviluppati, oltre agli Usa che vedrebbero incrementare la propria popolazione del 43%, un aumento della popolazione si dovrebbe registrare solo in Gran Bretagna che vedrà crescere la propria popolazione di quasi 4 milioni di persone nei prossimi 20 anni per poi raggiungere i 65 milioni di abitanti nei successivi 25 anni. Trend negativo in particolare per la Bulgaria che rischia di veder diminuire la propria popolazione del 40%, tornando ai livelli precedenti al 1914. Ed è proprio l'Europa dell'Est a guidare la classifica dei Paesi a maggior calo demografico, seguita da Romania e Russia. Germania e Italia minacciano di decrescere di circa il 10%.

"Non sono certo semplici numeri, i dati diffusi dagli esperti d'oltreoceano: con il variare delle cifre demografiche, avvertono allarmati i politologi, rischiano di cambiare seriamente anche i rapporti di potere e gli equilibri mondiali, così come la situazione economica, gli stili di vita, le risorse disponibili a livello globale" - commenta John Vidal sul Guardian

E in un articolo su Lettera 22, Lucia Sgueglia aggiunge che "le proiezioni, basate su analisi dettagliate dei tassi di mortalità infantile, crescita del popolazione, cicli vitali, aspettativa di vita, salari e tassi di fertilità - prendono in considerazione anche il numero di donne che fanno uso di contraccettivi e i livelli HIV. Ma non si curano di fattori ambientali come i cambiamenti climatici e il progressivo deterioramento del suolo, che è destinato a spingere sempre più persone ad emigrare dalle aree rurali a quelle urbanizzate e verso paesi più ricchi. I massicci e incontrollati movimenti migratori, infatti, potrebbero esercitare una pressione catastrofica sulle comunità locali così come sulle economie nazionali". Come avverte un diverso rapporto che sta per essere pubblicato dal Worldwatch Institute di Washington, "fare previsioni credibili in campo demografico è impresa quasi impossibile". [GB]

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