Ecuador: dopo la vittoria della protesta

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Foto: Evan Wise da Unsplash.com

Il 5 luglio 2022 il Presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso ha accettato le dimissioni di quattro membri del governo, tra cui il Ministro dell’Economia e delle Finanze Simon Cueva e il Ministro della Salute Ximena Garzon, Le dimissioni arrivano dopo che il 1 luglio governo ha raggiunto un accordo che pone fine agli scioperi che hanno praticamente paralizzato il Paese. Il 7 di luglio, il Presidente ha nominato Ministro della Salute José Ruales; il nuovo titolare ha ricoperto la carica di Vice Ministro della Governance e della Sorveglianza Sanitaria. Ha dichiarato subito che la sanità ecuatoriana ha bisogno di aumenti significativi di budget per colmare i gravi vuoti che la affliggono. Il decreto è stato firmato dal Ministro del Governo Francisco Jimenez, dal leader indigeno Leonidas Iza e dal capo della Conferenza episcopale, monsignor Luis Cabrera, che ha svolto il ruolo di mediatore. 

L’accordo di giovedì prevede che il prezzo della benzina scenda di 15 centesimi a 2,40 dollari al gallone e che il prezzo del gasolio scenda della stessa cifra, da 1,90 dollari al gallone a 1,75 dollari, dopo che il governo e il principale gruppo indigeno del Paese hanno raggiunto un accordo per porre fine a 18 giorni di scioperi, anche violenti che avevano praticamente paralizzato il Paese e lasciato sul terreno  almeno quattro vittime.  L’accordo stabilisce anche limiti all’espansione delle aree di esplorazione petrolifera e proibisce l’attività mineraria nelle aree protette, nei parchi nazionali e nelle fonti d’acqua.  Leonidas Iza,  di  discendenza Kichwa-Panzaleo, che dal 27 giugno 2021 è presidente della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (Conaie), ha guidato le manifestazioni tenutesi in Ecuador nell’ottobre 2019 contro le misure economiche adottate dall’allora Governo di Lenín Moreno. “La pace sociale potrà essere raggiunta, speriamo presto, solo attraverso il dialogo, con particolare attenzione alle comunità emarginate, ma sempre nel rispetto dei diritti di tutti”, ha dichiarato monsignor Cabrera.  Ha aggiunto che “se le politiche statali non risolveranno il problema dei poveri, il popolo si solleverà“.

Le trattative erano in corso già durante i 18 giorni dello sciopero, ma  in un attacco, presumibilmente condotto dagli indigeni contro un convoglio di carburante  é rimasto ucciso un ufficiale  dell’esercito e ne ha lasciati feriti altri 12. Questo aveva portato il governo ad abbandonare i colloqui, e in seguito ad esso Lasso siè salvato da un voto di impeachment.  Il Governo ha ora 90 giorni per proporre soluzioni alle richieste dei gruppi indigeni. Lo sciopero nazionale a tempo indeterminato era iniziato  il 13 giugno, chiedendo, oltre  alla diminuzione del prezzo del carburante, un aumento del budget per la sanità, necessario anche per il nuovo ministro,  ma anche per  l’istruzione, e anche misure di controllo dei prezzi per i beni essenziali.  A causa dei  blocchi stradali che ne hanno impedito il trasporto, i prezzi di cibo e del carburante sono andati ulteriormente alle stelle,  in particolare nel nord andino, una delle aree più colpite dallo sciopero...

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