Cina-Stati Uniti: 75 anni di una relazione difficile

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Foto: Yan Ke da Unsplash.com

Le relazioni tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti rappresentano oggi il nodo più importante a livello globale. Un rapporto che è stato sempre altalenante, alternando periodi di efficace e proficua collaborazione a situazioni di grande attrito , come quella che viviamo in questi giorni. Breve storia di un rapporto difficile:  una sintesi storica dei rapporti far le due superpotenze a partire dalla nascita della Repubblica popolare cinese

Gli Stati Uniti e la Cina sono rispettivamente la prima e la seconda economia mondiale, ma è quasi certo, ed imminente,  il sorpasso della superpotenza asiatica su quella a stelle strisce. La Cina è il secondo creditore estero degli Stati Uniti, dopo il Giappone. Un aspetto paradossale di questo confronto è  che spesso le maggiori tensioni si siano verificate quando alla guida degli Stati uniti sono state amministrazioni democratiche, mentre, al di là della retorica nazionalista, si siano avuti momenti di apertura reciproca durante alcune delle presidenze a guida repubblicana. Ma la questioneè talmente complessa da resistere a facili semplificazioni.  

Quasi subito dopo la proclamazione della  Repubblica popolare i rapporti fra i due colossi sono nati fra le difficoltà. L’invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord, con i suoi  stretti legami con Mosca e Pechino, causò l’’approvazione da parte del  Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite della Risoluzione 82, che prevedeva l’azione militare contro la Corea del Nord.malgrado l’opposizione dell ‘Unione Sovietica, che pose il veto, Mao Zedong,  Presidenre della Repubblica popolare cinese (Rpc)  vedeva come una minaccia la presenza di  forze ostili al proprio confine. L’avvertimento del Ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese Zhou Enlai, secondo cui la Cina sarebbe intervenuta in guerra per motivi di sicurezza nazionale, fu respinto dal Presidente Usa Truman. Alla fine di ottobre del 1950, la Cina si scontrò con le forze americane e internazionali. Durante la Battaglia del Fiume Ch’ongch’on, il cinese Esercito Volontario del Popolo sconfisse l’Ottava Armata statunitense. I cinesi uscirono vittoriosi anche nella Terza battaglia di Seul e nella battaglia di Hoengsong, ma in seguito al contrattacco  delle forze dell’Onu il fronte si spostò sul 38° parallelo. La situazione di stallo si concluse con la firma dell’Accordo di armistizio coreano il 27 luglio 1953. Da allora, la Corea divisa è diventata un fattore importante nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina, con ingenti forze americane di stanza nella Corea del Sud.

Nei successivi anni della Guerra fredda, tra Cina e Usa le relazioni furono gelide, anche perché gli statunitensi continuavano a riconoscere come unica Cina la Repubblica nazionalista di Taiwan, nata dallo stabilirsi nell’antica Formosa del governo in esilio di Chang Kai-Shek. Il deteriorarsi dei rapporti fra l’Urss e la Cina maoista offriva agli Stati uniti l’occasione per indebolire i sovietici, e costruire un’alleanza, o almeno un accordo, col gigante asiatico. Nel suo discorso inaugurale del 1969, il presidente americano Richard Nixon affermò che i due Paesi stavano entrando in un’era di negoziati dopo un’era di scontri. Sebbene durante la campagna presidenziale Nixon avesse sostenuto a gran voce Chiang Kai-Shek, nella seconda  parte del mandato cominciò a  dichiarare che non vi fosse “nessuna ragione per lasciare la Cina arrabbiata e isolata”.  Anche se un editoriale del Quotidiano del Popolo lo denunciò come “un capo tribù a cui il mondo capitalista si era rivolto per disperazione”, Nixon riteneva che fosse nell’interesse nazionale americano instaurare una relazione con la Cina, nonostante le enormi differenze tra i due Paesi. Questo cambiamento di rotta è da attribuire al suo Consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger. Iniziava così quella che fu definita come “diplomazia del ping-pong”...

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