L’incertezza tedesca

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Dopo sedici anni, Angela Merkel non si è presentata alle elezioni tedesche valide per rinnovare il parlamento e scegliere il nuovo Governo. Dopo sedici anni, il partito cristiano-democratico di cui la Cancelliera fa parte non è uscito dal voto come vincitore, lasciando lo scettro – seppur di poco – ai socialdemocratici.

Basterebbe questo per indicare quanto le elezioni di domenica abbiano segnato un punto di svolta per la Germania. Dopo anni in cui recarsi alle urne sembrava una semplice formalità e gli unici dubbi riguardavano le alleanze e la nuova composizione del governo Merkel, questa volta Berlino si è svegliata dopo il voto in un clima di incertezza. Non si sa quali formazioni riusciranno a formare un governo: la Spd ha il maggior numero di seggi e proverà a convincere Verdi e Liberali, ma questi verranno corteggiati anche dalla Cdu e non è da escludere nemmeno una nuova Große Koalition tra i due maggiori partiti. Dal patto di governo dipenderà anche la scelta del cancelliere: il socialdemocratico Olaf Scholz parte davanti a tutti, ma nel caso fallisse il suo tentativo di formare una squadra la carica potrebbe essere offerta a Armin Laschet. La campagna elettorale disastrosa di quest’ultimo, poi, potrebbe portare il centrodestra ad indicare una figura alternativa, con maggiori speranze di convincere le altre forze politiche a coalizzarsi.

Se il voto non è riuscito a chiarire quale sarà il futuro politico della Germania, ha invece dato alcune indicazioni precise per quanto riguarda la situazione attuale. La prima riguarda, purtroppo, l’affermazione dell’estrema destra tedesca...

L'analisi de Il Fendinebbia segue su Atlanteguerre.it

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