Emissioni industriali: il Parlamento europeo a favore della riforma, ma non per i grandi allevamenti

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Con 396 sì, 102 no e 131 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale sulla direttiva sulle emissioni industriali (IED) e sulla direttiva sulle discariche di rifiuti. Per quanto riguarda il regolamento sul portale delle emissioni industriali, i deputati hanno adottato il loro mandato negoziale con 563 voti a favore, 51 contrari e 18 astensioni.

Il relatore, il democristiano bulgaro Radan Kanev di Demokrati za Silna Balgariya (gruppo PPE) ha dichiarato che «Una migliore protezione dell’ambiente non deve necessariamente portare a più burocrazia. L’innovazione è la chiave per arrivare a un inquinamento pari a zero e per questo abbiamo bisogno di un settore industriale europeo più competitivo. La politica dell’Ue deve essere realistica, economicamente fattibile e non deve minare la competitività. La nostra posizione offre un po’ di respiro alle imprese, dando loro ragionevoli periodi di transizione per prepararsi ai nuovi requisiti, procedure più rapide per le autorizzazioni e flessibilità per sviluppare tecniche all’avanguardia».

Gli eurodeputati hanno sostenuto la proposta della Commissione Ue di estendere l’IED agli impianti minerari e alle installazioni di grandi dimensioni che producono batterie (ad eccezione di quelli che assemblano esclusivamente moduli e pacchi di batterie). La direttiva, una volta adottata definitivamente, obbligherebbe tali impianti a ridurre ulteriormente l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo.

Per quanto riguarda gli allevamenti, i deputati hanno votato per «Mantenere le norme in vigore che coprono gli allevamenti di suini con più di 2.000 posti per la produzione di suini (oltre 30 kg), o con più di 750 posti per scrofe, e quelli di pollame con più di 40.000 posti, nonché le aziende agricole con almeno 750 unità di bestiame (UBA)». Il Parlamento non si è espresso a favore dell’estensione del regime anche agli allevamenti di bovini, come richiesto dalla Commissione Ue che  aveva inizialmente proposto una soglia di 150 UBA per tutto il bestiame.  Gli eurodeputati hanno sottolineato anche «L’importanza di garantire che i produttori al di fuori dell’UE soddisfino requisiti simili alle norme comunitarie»...

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