Iraq, strage di cristiani

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“E ora, aspettiamoci un nuovo esodo di fedeli”. Prima dell’inizio dei funerali dei due sacerdoti siro-cattolici, padre Thair Sad-alla Abd-al e padre Waseem Sabeeh Al-Kas Butrous, uccisi con altre 56 persone nell’assalto terroristico alla chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad, lo scorso 31 ottobre, il vicario episcopale caldeo della capitale irachena, mons. Shlemon Warduni, all'agenzia Sir confida i timori della sua gente.

“I fedeli intendono emigrare non solo verso il Nord, ma all’estero. Ogni volta che riusciamo a recuperare un senso di speranza tra le nostre comunità accadono fatti sempre peggiori che ci fanno ripiombare nella disperazione. Mai prima d’ora la violenza aveva toccato così ferocemente persone inermi e in preghiera”. Mons. Basile Georges Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, ai microfoni di Radio Vaticana, ha parlato dell’attacco come di “una vera catastrofe, umana e religiosa”. “Ci sentiamo senza alcuna protezione - ha aggiunto -, è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità!”.

Secondo stime fornite da diversi vescovi locali, la popolazione cristiana irachena oggi si attesta sulle 400 mila unità contro il milione e mezzo del 2003. Su 65 monasteri e chiese presenti a Baghdad si calcola che circa 40 abbiano subito attentati.

Quello di domenica è in assoluto il primo attacco diretto ad una chiesa, con presa di ostaggi, in Iraq. Uomini armati, definitisi membri del gruppo dello Stato Islamico dell'Iraq, organizzazione legata ad Al Qaeda, verso le 18.30 del 31 ottobre sono penetrati nella chiesa siro cattolica di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad prendendo in ostaggio decine di fedeli che assistevano alla messa e alcuni sacerdoti. Il commando, in una telefonata all’emittente televisiva "Al-Baghdadiya", ha chiesto il rilascio di tutti i prigionieri di Al Qaeda in Iraq e in Egitto.

Secondo la ricostruzione delle autorità, i terroristi hanno provocato almeno un'esplosione e hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza. Il successivo blitz delle forze dell’ordine irachene ha posto fine all'attacco.

Una ferma condanna dell'“atto criminale di terrorismo" è venuta dal Consiglio mondiale delle Chiese durante la conferenza internazionale islamo-cristiana in corso dal 1 novembre a Ginevra.

“Giusto una settimana fa – osserva mons. Warduni – stavamo celebrando la fine del Sinodo per il Medio Oriente invocando pace e riconciliazione per tutta la regione. Quanto sono lontane quelle invocazioni, non ci resta che aggrapparci alla fede e sperare contro ogni speranza!”.

La redazione di Vita Trentina

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