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Nel 2015 sono stati messi a morte almeno 1634 prigionieri, oltre il doppio rispetto all'anno precedente e il più alto numero registrato da Amnesty International dal 1989. Il dato del 2015 non comprende la Cina, paese dove è probabile che le esecuzioni siano state migliaia e che tuttavia tratta le informazioni sulla pena di morte come segreto di stato. Ma la pena di morte è legalmente riconosciuta in quattro continenti su cinque (solo in Oceania la pratica è proibita), per un totale di 46 paesi, democratici e non, islamici, cattolici e di altre religioni. Con i metodi più svariati: decapitazione, impiccagione, lapidazione, sedia elettrica, fucilazione, iniziazione letale.
Eppure, secondo il rapporto dell’associazione Nessuno tocchi Caino, il ricorso a questa pratica è in calo. L’associazione, con il supporto di numerosi parlamentari europei, è promotrice della campagna per la moratoria ONU contro la pena di morte. Nel 1994, per la prima volta, una risoluzione fu presentata all’Assemblea Generale dell’ONU dal Governo italiano.
Dal 1997 su iniziativa italiana e dal 1999 su iniziativa europea, la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani ha approvato ogni anno una risoluzione che chiede una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di morte: numerosi premi Nobel, tra cui Lech Walesa e Shirin Ebadi, hanno lanciato un appello in appoggio alla moratoria.
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Avvocato e politico francese è stato l’attivista più impegnato nella battaglia per l’abolizione della pena di morte nel suo paese e quindi in tutto il mondo. Nato a Parigi nel 1928 da una famiglia ebraica, pesantemente perseguitata durante la guerra, Robert Badinter giovanissimo diviene avvocato cominciando anche la carriera universitaria. Dal 1951 esercita la professione legale in uno studio privato: attraverso la trattazione di numerosi casi penali riguardanti omicidi (per cui era prevista la pena capitale), comincia una campagna pubblica per modificare il Codice Penale francese. Nel 1976, durante una storica arringa, chiede e ottiene solamente l’ergastolo per un uomo che aveva ucciso un bambino: crimine odioso, ma nulla può giustificare che lo Stato possa decidere della vita di una persona. Dal 1981 al 1986, sotto la presidenza di Mitterand, diviene Ministro della giustizia e il 30 settembre 1981 il Parlamento francese abolisce la pena di morte per tutti i reati. Presidente del Consiglio Costituzionale francese dal 1986 al 1995, Robert Badinter è tuttora senatore e continua ad operare in varie associazioni umanitarie internazionali in ambito del diritto.
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