parrocchiadisartirana.it
Una maniera colorata e poco ingombrante di riciclare la plastica: raccogliere i tappi delle bottiglie. I centri di raccolta sono ormai molti in tutta Italia, gestiti per lo più da associazioni di volontariato che, dai piccoli guadagni derivanti dal riciclo, finanziano microprogetti di solidarietà. Ad esempio, la Caritas Diocesana di Livorno ha potuto sostenere un progetto di approvvigionamento idrico in Tanzania, grazie alla raccolta di 88 tonnellate di tappi, coinvolgendo scuole, uffici pubblici, centri commerciali, parrocchie, singoli cittadini ecc.
E perché non anche le bottiglie? Perché quest’ultime, a differenza dei tappi, sono considerate rifiuti urbani e come tali possono essere prelevati solo da Enti che hanno ricevuto in concessione esclusiva la raccolta.
Il vantaggio di questo tipo di raccolta sta nel fatto che tutti possono partecipare, anche i più piccoli: ogni giorno abbiamo a che fare con bottigliette d'acqua, flaconi, barattoli ecc. e svitare il tappo non è certo un compito gravoso. É un'azione che ha, al contempo, un micro valore ecologico e solidale. Separando i tappi dalle bottiglie si contribuisce, infatti, alla salvaguardia ambientale: al contrario di quanto si possa pensare, le bottiglie in plastica non possono essere riciclate assieme al proprio tappo, poiché composte da materiali differenti.
Cosa occorre? La memoria: ricordarsi ogni volta che gettiamo un contenitore di togliere il tappo (se è in plastica PE) e conservarlo.
Inizia a separare i tappi dalle loro bottiglie. Poi verifica online i centri di raccolta
Malawivoice.com
Quando nacque nel 1919 il Malawi era ancora una colonia britannica nota con il nome di Nyasaland: proprio Orton Chirwa sarà poi uno dei protagonisti della tormentata indipendenza del paese, sfociata però in lunghi anni di dittatura. Divenuto avvocato nel 1958, l’anno successivo Chirwa, dopo una repressione della polizia inglese, fondò il Malawi National Congress di cui divenne il primo presidente. Insieme a Kamuzu Banda, un altro degli indipendentisti appena uscito dal carcere, guidò il paese alla decolonizzazione avvenuta effettivamente nel 1964: Chirwa diventò ministro della giustizia e Banda presidente. Quest’ultimo si rivelò presto un feroce dittatore pronto a cancellare ogni personaggio che poteva fargli ombra: così dichiarò il suo compagno di lotta “nemico dello Stato”. Chirwa e sua moglie Vera furono costretti all’esilio in Zambia da dove continuarono il loro impegno democratico. Nel 1981 tuttavia furono sequestrati dalle milizie di Banda, già allora “presidente a vita”, portati in Malawi e condannati alla pena capitale, poi commutata in ergastolo. Ma Chirwa, il 20 ottobre 1992, morì in carcere lasciando alla moglie la sua eredità morale: da allora Vera, rilasciata dopo pressioni internazionali, continua il suo impegno per i diritti umani.
Per approfondire.
Diventa fan di Unimondo su Facebook
Il testo è riproducibile in parte o in toto da tutti i media italiani citando la fonte e dandone comunicazione a Unimondo.