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Durante l'occupazione sovietica in Afghanistan, durante la fine degli anni settanta, i mujhaeddin organizzarono la loro propaganda alla resistenza utilizzando dei tappeti! Tappeti nei quali venivano riprodotte scene di guerra, che incitavano appunto ad imbracciare le armi e resistere.
Nell'ultimo decennio questa tradizione è stata ripresa dai talebani, che fanno proselitismo e inneggiano alla guerra santa sempre attraverso i tappeti.
L'arte manifatturiera è una delle più antiche e nobili in Afghanistan ma negli anni la tessitura ha perso la sua tradizione per diventare uno strumento di propaganda a favore della lotta armata, con riproduzioni di carri armati, granate e scene di violenza. Spesso sono i bambini ad essere costretti a tessere, crescendo col mito della violenza e del conflitto.
La campagna mondiale "Calpesta la guerra" prende ispirazione da questa singolare usanza, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica a favore della popolazione colpita dalla violenza in Afghanistan e per la promozione dei diritti umani attraverso mostre ed eventi pubblici. Il tappeto simboleggia dunque la dignità dell'uomo calpestata da interessi economici, politici e religiosi. Ciò che la campagna si propone invece di calpestare, e quindi cancellare, è la guerra stessa.
Leggi “Guerre a tappeto”, a cura di Edoardo Marino
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Il ruolo positivo che gli scienziati possono avere nel campo della promozione della pace è sicuramente impersonato da Carl Pauling (1901-1994), due volte premio Nobel, per la chimica nel 1954, per la pace nel 1962. Nato a Portland da genitori contadini (padre tedesco e madre irlandese), fin da giovanissimo dimostrò una eccezionale capacità di studio: già a 16 anni entrò all’università e nel 1925 ottenne il dottorato in chimica fisica, che restò sempre il suo campo di ricerca che poi gli valse il Nobel per alcune scoperte in ambito quantistico. Nel dopoguerra il nome di Pauling si collocò vicino a quelli di Einstein e Russell nell’elaborazione di documenti che mettevano in guardia dagli effetti devastanti delle armi nucleari, proponendo invece un possibile disarmo. Negli anni ’50 fu oggetto di pesanti critiche dai conservatori americani per la sua battaglia per la moratoria dei test nucleari: la sua lunga battaglia portò nel 1962 alla firma di un accordo in questo senso tra USA e URSS. Nei restanti decenni di vita Pauling continuò la sua attività di professore e di attivista, lasciando un’eredità che non si può dimenticare.
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