21 Febbraio

Giornata internazionale della lingua madre

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La Giornata Internazionale della Lingua Madre è stata istituita nel 1999 dall'UNESCO su proposta del Bangladesh, per commemorare la sollevazione avvenuta nel 1952 nell'allora Pakistan orientale in difesa del bangla, madre lingua di quella parte del Paese.

Le lingue sono strumento di conservazione del patrimonio culturale di ogni popolo, espressione della creatività umana e della sua diversità. La tutela della diversità linguistica rientra di conseguenza nel più ampio spettro della tutela della diversità culturale che in un mondo sempre più globalizzato è fondamentale salvaguardare. Più del 50% delle seimila lingue mondiali è, infatti, in pericolo di estinzione; una lingua scompare mediamente ogni due settimane; il 90% delle lingue mondiali non è presente su internet. Una lingua non è solamente un modo per comunicare, è anche trasmissione di un mondo di valori culturali e sociali, di tradizioni e di conoscenze.

La Giornata mondiale ha come scopo la creazione di una politica mondiale preservare, diffondere e promuovere il multilinguismo, inteso come strumento di avvicinamento e valorizzazione delle culture.

Cosa fare oggi?

Consulta l’atlante online dell’UNESCO delle lingue in pericolo d’estinzione

Accadde oggi:

  • 1804: la prima locomotiva a vapore esce dalla fabbrica della Pen-y-Darren Ironworks in Galles.
  • 1848: Karl Marx e Friedrich Engels pubblicano il Manifesto del Partito Comunista.
  • 1965: a New York assassinio di Malcom X, leader afroamericano degli Stati Uniti d’America.
  • 1999: la Conferenza Generale dell’UNESCO proclama la giornata internazionale della lingua madre.
  • 2004: Il primo partito politico transeuropeo, i Verdi Europei, viene fondato a Roma.
  • 2008: Estonia, Italia, Danimarca e Lussemburgo riconoscono ufficialmente l'indipendenza della provincia indipendentista serba del Kosovo.

21 Febbraio nel mondo

  • Brasile: giornata dell'immigrazione italiana

Roberta Sykes

Lili.uni-osnabrueck.de

Lili.uni-osnabrueck.de

La capacità e la possibilità di esprimersi nella propria lingua sono elementi che stanno alla base del concreto esercizio dei fondamentali diritti umani. La tutela delle etnie di minoranza quasi sempre passa attraverso il riconoscimento e la salvaguardia dei loro particolari idiomi. Anche Roberta Sykes (1943-2010), scrittrice e attivista australiana, nera ma non aborigena, che mediante l’utilizzo del linguaggio (è stata anche una poetessa premiata) ha saputo riscattare una vita difficile. Nata a Sydney, visse con la madre senza aver mai conosciuto il padre fino a quando, all’età di 14 anni, lasciò la casa cominciando una vita avventurosa, facendo i lavori più disparati. Negli anni ’70, divenuta giornalista freelance, abbracciò la causa degli aborigeni, impegnandosi soprattutto nei settori dell’assistenza sanitaria, della scuola e dell’educazione. Dal canto suo, negli anni ’80, divenuta una scrittrice di successo, diventò la prima studentessa nera australiana ad iscriversi all’università di Harvard. Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati alla stesura di un’autobiografia in cui la battaglia per i diritti è un aspetto centrale.

Per approfondire.

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Il testo è riproducibile in parte o in toto da tutti i media italiani citando la fonte e dandone comunicazione a Unimondo.
Se il lettore nota carenze od omissioni può scrivere a [email protected] Le descrizioni dei personaggi qui riportate sono state rese possibili grazie al sostegno della Provincia Autonoma di Trento (PAT).
Il tutto è stato raccolto in un opuscolo edito dalla PAT dal titolo "Una persona un giorno".